“L’apertura di Meloni verso il salario minimo? Dov’è l’apertura? Per noi contano le proposte concrete, c’è una discussione in Commissione. Contano le dichiarazioni non i retroscena o posizioni recuperate da qualche articolo di giornale”, così Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, parlando a margine del convegno “Sviluppo sud” a Palazzo San Macuto a Roma. Sottolineando di non aver avuto finora “proposte concrete”, Conte ha evidenziato: “Siamo rimasti a chi dice che il salario minimo é una misura ideologica, sovietica, una forma di assistenzialismo, uno specchietto per le allodole. Se c’è una proposta concreta di confronto, qualche contributo o emendamento costruttivo, lo possiamo accettare. Altrimenti non accettiamo rinvii, bluff e meline“.

A chi gli chiedeva se fosse d’accordo o meno con un rinvio a settembre della discussione Conte ha risposto: “Lo vogliono o non vogliono il salario minimo? Non lo devono dire a noi. Lo devono dire a quattro milioni di lavoratrici e lavoratori con buste paga da fame. Questo non è un sussidio, non è assistenzialismo. Loro prendono la retribuzione, spieghiamolo al ministro Musumeci. Cosa devono studiare?”.

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