Sempre più persone in Cina, soprattutto nelle acque della città di Qingdao, sfoggiano una maschera chiamata facekini. Di che cosa si tratta? Di un modo per difendersi dal caldo sempre più insopportabile ma anche dei danni che il sole può arrecare alla pelle. Il facekini (termine che nasce dalla crasi tra face e bikini) non è una novità dell’estate 2023. Esiste già da tempo, ma è pur vero che ultimamente sta prendendo sempre più piede complice la crisi climatica ormai lampante.
Inventato nel 2004 da Zhang Shifan, inizialmente era stato concepito come tuta che coprisse il corpo dalle punture di medusa. I clienti hanno poi fatto notare che si sarebbe potuto rivelare utile anche come protezione dal sole. Mancava la copertura per la testa, aggiunta modificando il cappuccio di una muta subacquea.
Nei primi tempi capitava, non di rado, che i facekini – con buchi per occhi, naso e bocca – venissero scambiati per passamontagna e coloro che li indossavano per malintenzionati. Ecco perché si è poi passati a colori accesi e stampe stravaganti che smorzassero l’inquietudine provocata da questo accessorio. Certo presentandosi così in spiaggia lo stile passa in secondo piano, ma i danni dei raggi solari sono scongiurati.