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Francesco Baccini: “Sono stato camallo per un anno, poi mi spedirono in amministrazione e pensai ‘se resto qui divento serial killer'”

Il cantautore si è raccontato in una lunga intervista al Corriere della Sera

A Baccinia vivono tre cani e quattro oche. Insieme a Francesco Baccini: lui stesso ha ribattezzato così casa sua in una intervista al Corriere della Sera. Una dimora che si trova a “Imbersago, un paese attraversato dal fiume Adda, famoso per due motivi: la villa di Massimo Moratti — quindi io che tifo Genoa sto in mezzo agli interisti — e il primo traghetto della storia, progettato da Leonardo da Vinci. Da un anno non naviga più: il barcaiolo ha chiuso, ci rimetteva i soldi con la burocrazia che c’è. Un po’ di tempo fa è arrivato un gruppo di americani, ha visto la chiatta abbandonata ed è tornato a casa scandalizzato. Per questa storia allucinante siamo finiti sul Financial Times“.

Una lunga chiacchierata quella con il cantautore genovese che parla anche di Luigi Tenco (a breve uscirà il documentario di Amazon Prime dedicato al grande artista scomparso): “A 28 anni ero uguale a lui. Arbore, De André e Dalla erano impressionati dalla somiglianza. Fabrizio mi parlava come se ci conoscessimo da duecento anni, ogni tanto mi chiamava Luigi: ‘Fumate anche allo stesso modo'”. Dalla passione per la musica nata fin da bambino al lavoro al porto di Genova: “Camallo per un anno, poi mi spedirono in amministrazione. ‘Farai carriera’, dicevano. Papà non c’era più, mia sorella studiava, il capofamiglia ero io. Non era la vita che volevo. Pensavo: se rimango qui dentro divento un serial killer. Facevo casini e continuavano a spostarmi da un’ufficio all’altro. Mi misero al centralino. Ma m’annoiavo e iniziai a fare numeri a caso in tutto il mondo: “Hallo, here is Porto di Genova”. Quando arrivò la bolletta del telefono quadruplicata si spazientirono: ‘Baccini, questa è l’ultima volta, qui non puoi sbagliare'”. Un lavoro che non è durato a lungo, quello al porto, e che ha fatto presto spazio ai primi provini. Cose che non rifarebbe? “Non me ne andrei via dalla major discografica, lì avevo la mia storia, invece ho sparpagliato i miei album in cinque etichette differenti. E non farei Music Farm”. Baccini fu allontanato dal talent per una bestemmia: “In quel periodo avevo subito una truffa gigante dal mio ex manager. Mi sono svegliato una mattina e non avevo più niente. Siccome non ho il file della depressione ho ricominciato daccapo e accettai di andare in tv perché mi offrirono un cachet importante. Dopo un po’ lì dentro pensi che non uscirai più. Ero impazzito. Mi sembrava di fare un viaggio senza ritorno in una navicella che va su Marte con Iva Zanicchi”.