A meno di un mese e mezzo dal suono della prima campanella del prossimo anno scolastico si preannuncia un inizio nuovamente complicato: senza tutti i docenti in classe ma anche senza molti presidi. Secondo le stime de La tecnica della scuola e del sindacato si partirà con 250 istituti autonomi privi del loro dirigente. A chiedere di “occupare” queste posizioni vacanti sono ora gli idonei e vincitori dell’ultimo concorso per diventare capo d’istituto, che per vari motivi non sono ancora passati al ruolo superiore. Stiamo parlando di un gruppo di professori vincitori di concorso ma eliminati dalla graduatoria a seguito di rinuncia al posto perché il bando stabilisce che se non si prende servizio, dopo la nomina, si viene depennati definitivamente.

Nei giorni scorsi si sono organizzati e hanno creato un comitato che ha scritto una lettera al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: “Una soluzione – cita la missiva – di buon senso, di onestà intellettuale e di giustizia politico-sociale, a portata di mano e soprattutto a costo zero sarebbe ricorrere ai vincitori dell’ultimo concorso a dirigente scolastico che non hanno potuto assumere servizio o che per motivi familiari e personali gravi si sono dovuti dimettere e quindi sono stati depennati dalla graduatoria stessa”.

I “papabili” presidi puntano il dito contro il professore leghista “non in grado – a detta loro – di avviare e gestire le procedure concorsuali in tempo utile per evitare una così notevole scopertura che non potrà che aumentare nei prossimi anni, visto che la storia dei precedenti concorsi ci insegna che non sono mai procedure rapide ed immediate”. Una situazione ben nota alle organizzazioni sindacali che suonano il campanello d’allarme.

A spiegare il tutto a Ilfattoquotidiano.it è Roberta Fanfarillo, responsabile nazionale dirigenti scolastici della Flc Cgil: “In realtà con le assunzioni di quest’anno verrà esaurita la graduatoria del concorso nazionale bandito nel 2017: si tratta degli ultimi 166 idonei presenti nella graduatoria nazionale che dunque diventeranno tutti dirigenti scolastici. Il decreto legge 44/2023 ha inoltre previsto la possibilità per 44 idonei campani, che a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato sono stati reinseriti nella graduatoria del concorso regionale Campania 2011, di essere assunti in altre regioni mediante la procedura dell’interegionalità prevista perché attualmente in Campania non ci sono posti disponibili per eseguire la sentenza. Sempre quella norma ha disposto il ripristino dell’incarico dirigenziale per 14 dirigenti scolastici siciliani che, a seguito di un’altra sentenza sfavorevole di un vecchio contenzioso, da pochi mesi erano stati restituiti al ruolo docente”.

Il ministero ha perciò chiesto l’autorizzazione al ministero dell’Economia per 214 assunzioni ma già si sa che non basteranno a coprire tutti i posti vacanti e disponibili che si sono liberati per l’anno scolastico 2023-24 a seguito dei pensionamenti dei dirigenti scolastici. Anche la Cgil stima che quasi 200 posti resteranno vacanti e dovranno perciò essere assegnati in reggenza a un altro preside già titolare di una scuola in attesa dello svolgimento dei prossimi concorsi regionali il cui bando è dato per imminente.

“Il gruppo di vincitori del concorso nazionale del 2017 – sottolinea Fanfarillo – che al momento della nomina o nel corso del primo anno di prova hanno deciso di rinunciare all’incarico, nella maggior parte dei casi perché nominati in una regione diversa da quella di residenza e impossibilitati a lasciare le loro famiglie, vista la presenza di posti disponibili dopo l’esaurimento della graduatoria, stanno chiedendo all’amministrazione di poter essere reintegrati o nominati sui posti disponibili dal momento che non ci sono più contro-interessati presenti in graduatoria. Si tratta di una legittima aspirazione che ci auguriamo possa trovare accoglimento, come più volte da noi richiesto nel corso delle numerose interlocuzioni con il ministero sulle questioni relative al concorso”.

A schierarsi contro il ministero è anche Rosa Cirillo, responsabile nazionale dei dirigenti di Uil Scuola: “Abbiamo ribadito con forza la nostra contrarietà al dimensionamento posto in atto dal ministero perché lo stesso non darà soluzione alle situazioni di crisi presenti ormai in tutti Italia, anzi le aggraverà, viste le enormi difficoltà di gestione che comporta il Pnrr e la pervicacia a non ridurre il numero degli alunni per classe, creando gli spazi occupazionali, sia per i molti docenti precari, sia per i dirigenti scolastici in attesa di nomina, tra cui una menzione particolare meritano i cosiddetti ‘depennati’, cioè i vincitori di concorso, che, in prima battuta, rinunciarono alla sede, per non dividere le famiglie e per problematiche altre, tutte degne di considerazione, vista la ‘diaspora’ cui furono costretti i vincitori del concorso 2017 paragonabile a un autentico tsunami di ricorsi e ancora, si può affermare, altri ne susciterà”.

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