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“Siamo nel 2023 e ancora facciamo viaggiare Alain Elkann sui treni con i poveri ma che ca**o di paese siamo?”, “La pvima classe pullula di popolani”: le reazioni social all’articolo dello scrittore

L’articolessa finita su Repubblica, in cui il papà del padrone del quotidiano medesimo descrive con fastidio un gruppo di adolescenti seduti in prima classe di fianco a lui sul treno Italo, che lo ha portato da Roma a Foggia, ha suscitato su Twitter reazioni di dilagante ilarità come di riflessioni argute e costruttiv

di Davide Turrini

L’intemerata classista di Alain Elkann contro i “lanzichenecchi” è diventata presto virale. L’articolessa finita su Repubblica, in cui il papà del padrone del quotidiano medesimo descrive con fastidio un gruppo di adolescenti seduti in prima classe di fianco a lui sul treno Italo, che lo ha portato da Roma a Foggia, ha suscitato su Twitter reazioni di dilagante ilarità come di riflessioni argute e costruttive.

Lo scrittore Paolo Nori si muove sulla falsariga kunderiana della leggerezza dell’essere e fa sapere che ha approfittato, un po’ come si faceva nella redazione di Cuore con i libri di Eugenio Scalfari, “delle circostanze per pesare Vita di Moravia, di Alain Elkann (eran degli anni che non lo facevo). Pesa 810 grammi”. La durezza del vivere, account del giornalista Sergio Giraldo, ha accostato i nobili fastidi del casato piemontese grazie ad un semplice ma evocativo cambio di consonanti: “Alain Elkann mentve si appvesta a saive sul tveno pev Foggia, che nonostante, la pvima classe pullula di popolani”.

Anche la citazione su dove gli adolescenti troverebbero ragazze da rimorchiare (“al night”) ha riportato alla mente di molti twittatori una sublime citazione da Il Secondo tragico Fantozzi con l’avventura del protagonista e dei colleghi Calboni e Filini proprio in quei terrificanti night di una volta. Pierantonio Luceri ci ricorda del resto che “i ragazzi sul treno con Alain Elkann hanno già postato sui social le foto della serata al night”. E giù di Fantozzi e Filini dal film di Salce. L’account di Simone Farè porta alla nostra attenzione invece una considerazione lapalissiana: “Alain Elkann sarà anche classista e snob e pure un po’ fenomeno a leggere Proust mentre scrive a penna sul suo diario, ma la cosa che mi colpisce di più è che con tutta sta cultura scrive articoli con lo stile dei temi delle medie”. Vero. Ottima notazione. La prosa elkanniana è davvero povera, scarna, come scavata da qualche zelante, e spiritoso, impaginatore di Repubblica.

La scrittrice Letizia Pezzali aggiunge una sorta di deduzione illuminante: “Comunque l’episodio Elkann dimostra che la scrittura un potere ce l’ha. Ok, magari non quello che pensavi tu, ma ce l’ha. Ha più potere della persona di potere”. Il docente del Dams di Bologna, Luca Barra, chiosa non senza ragione proprio sul quel conflitto classista socio-culturale evocato da Elkann nel testo a favore di un ragionamento di ricambio generazionale: “Mieli su Zaky. Elkann sul suo treno. O di come ci sia una classe “culturale” che è lì ferma all’apice dai primi anni Novanta, e sta lì ancora, inamovibile. E di come siano queste scelte e inerzie a rendere il “giornalismo” sempre più irrilevante e ridicolo, mica solo il digitale”. L’account @stopaltelevoto si pone comunque un interrogativo probabilmente dovuto alla distrazione di qualche plebea e distratta segretaria: “La cosa veramente sconvolgente è che alain elkann non abbia i soldi per comprare il posto in club executive e quindi debba poi romperci il cazzo così”. Premio al mister Wolf di Twitter, tal @cicciorosina che giustamente lamenta l’arretratezza del nostro paese in materia di rigide divisioni di classe: “Siamo nel 2023 e ancora facciamo viaggiare alain elkann sui treni con i poveri ma che cazzo di paese siamo?”.

“Siamo nel 2023 e ancora facciamo viaggiare Alain Elkann sui treni con i poveri ma che ca**o di paese siamo?”, “La pvima classe pullula di popolani”: le reazioni social all’articolo dello scrittore
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