Alla fine è arrivato il no: il direttore de la Repubblica, Maurizio Molinari, si è rifiutato di pubblicare sul giornale, in edicola stamattina, la nota con cui i giornalisti prendevano le distanze dall’articolo firmato da Alain Elkann (padre dell’editore, John) uscito sulle pagine culturali lunedì 24 luglio. Il racconto di Elkann (Sul treno per Foggia con i giovani “lanzichenecchi”) ha creato molti malumori sia nella redazione romana di largo Fochetti sia in quelle locali (oltre ad essersi attirato le critiche sui social, ieri, e su alcuni quotidiani, oggi). Tanto che il comitato di redazione, nel pomeriggio, ha diffuso una nota ai colleghi e alle colleghe per dissociarsi dall’articolo, definito “classista”.

In serata, però, è arrivata la “censura” di Molinari. Il cdr gli ha chiesto di poter pubblicare la propria comunicazione sul giornale, in edicola oggi. Ma il direttore si è rifiutato, dicendosi tuttavia d’accordo nel merito. Così ai giornalisti e alle giornaliste del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari è arrivata una nuova mail, di cui riportiamo il contenuto: “Questo pomeriggio abbiamo chiesto alla direzione la pubblicazione della nota interna che vi avevamo inviato, visto che ormai e purtroppo era diventata di dominio pubblico. Era giusto che i lettori leggessero quelle parole direttamente sul nostro sito e sul nostro giornale e non altrove. Il direttore ha deciso di non pubblicarla, ritenendola una ingerenza del Cdr sulle scelte editoriali. Posizione che non condividiamo. Dopodiché il direttore ha detto di comprendere e condividere ciò che avevamo scritto e nei prossimi giorni questa consapevolezza ‘verrà resa chiara sulle nostre pagine’. Questo per il dovere di trasparenza che vi dobbiamo”.

La posizione dei giornalisti di Repubblica, che hanno voluto smarcarsi dal racconto di Elkann, “vittima” di alcuni giovani che sulla carrozza dell’alta velocità Roma-Foggia, in prima classe, a suo dire parlavano con un tono troppo alto, occupandosi di “ragazze, calcio e giocatori”, vestivano male e non lo consideravano, è stata resa pubblica da altre testate. L’ipotesi, ora, è che Molinari affidi a qualcun altro (uno scrittore, una scrittrice o a un’altra personalità) una sorta di reportage, sempre in treno, su quella tratta, ma con un altro punto di vista.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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