“Ma no, figurati se ti ho tradito, stavo solo chattando”. “Ma come fai a chiamare tradimento qualche scambio di parole sulle fantasie erotiche? Mica abbiamo fatto sesso!”. “Non esagerare tesoro. Non ti nascondo nulla. Non te l’ho detto perché non è un incontro come pensi tu: è vedersi solo per un caffè”. Ecco le situazioni più sibilline, tutte da interpretare. È tradimento o non è tradimento? Spunta adesso un nuovo termine, non bianco non nero, non affermativo non negativo. Nel dubbio, ci si rifugia dietro una parola inglese, nemmeno delle più semplici: microcheating.
Che alla fine potremmo tradurre come “non proprio tradimento”, oppure “quasi tradimento”. E’ parente lontano del tradimento fisico e anche del flirt. E’ appunto, un micro (piccolissimo) cheating (tradimento, in inglese). Magari tutto virtuale. Magari una chat un po’ più pepata o un complimento un po’ audace. Ma che cosa lo qualifica? Alla fin fine, la percezione di una delle due parti. Non esiste una categoria assoluta. E’ una questione di sensibilità e anche di quella rete di accordi spesso non enunciati che sta alla base di un rapporto. Si ritiene che questi atteggiamenti non dovrebbero avere spazio in una relazione sentimentale. Invece uno dei due partner li pratica comunque, di nascosto. E l’altro si risente. Si sente tradito, almeno nella fiducia.
Qualche esempio? La chat con il-la collega. Il pranzo con la ex. Anche uno scambio di meme ammiccanti. Non si va oltre. Ma sono proprio la segretezza e la disonestà di fondo a caratterizzarlo comunque come cheating, tradimento. Anche se in versione micro. E’ ovvio. Siamo su un crinale sottile. Chi pratica questi comportamenti vuole incensare il suo narcisismo e forse davvero non ha intenzione di fare un passo successivo. Si compiace così.
Il termine ha un’origine piuttosto remota. Emerge quasi vent’anni fa, nel 2004, ma è entrato in voga nel 2018, quando un articolo sulla stampa americana ha fatto molto discutere. Elencava quei piccoli, piccolissimi, appunto micro segnali che il partner ti sta tradendo.
Poi ci sono anche esagerazioni opposte. Un sondaggio dal New York Times ha rivelato che la gran parte degli americani considera pranzare, passeggiare o addirittura incontrare per lavoro qualcuno del sesso opposto come rischioso. Una pratica licenziosa. C’è un elemento che ha amplificato questi comportamenti? Il web e le chat sicuramente. Sono spazi virtuali, autentiche praterie dove poter lanciare qualche messaggio. Ma anche dove si possono creare brutti equivoci, quando per esempio si mette un cuore a una fotografia sbagliata scatenando i sospetti del partner.
Alla fine, la percezione del micro tradimento è una faccenda del tutto personale. E’ evidente che chi scopre il compagno o la compagna in queste situazioni non solo sente tradita la sua fiducia, ma è indotto a pensare che un tradimento virtuale prima o poi potrà diventare anche sentimentale o fisico. Aprire un piccolo varco può essere preludio a sviluppi più impegnativi.
D’altronde, anche la giustizia ha preso una piega ben precisa. La Cassazione nel 2021 ha definito che il tradimento può essere anche solo virtuale. Non è indispensabile quello carnale. Una chat amorosa su whatsapp può giustificare la dichiarazione di responsabilità in caso di separazione. Al coniuge fedifrago verrà dichiarato l’addebito. Anche se gli incontri extraconiugali non sono mai avvenuti nella realtà.