L’attuale presidente della divisione Imi del gruppo Intesa Sanpaolo, Gaetano Miccichè, è indagato dalla Procura di Pescara per tentata estorsione ai danni di un imprenditore. L’ex presidente della Lega Serie A e fratello di Gianfranco Miccichè (storico braccio destro in Sicilia di Silvio Berlusconi) ha ricevuto un avviso di garanzia insieme ad altri 5 collaboratori e dipendenti di Intesa San Paolo e dell’istituto assicurativo dello stesso gruppo.

Un procedimento che scaturisce dalla denuncia presentata dalla presunta vittima G.F., imprenditore nel campo immobiliare e delle energie rinnovabili. Secondo quanto al momento ricostruito dagli inquirenti, tutto nasce da una lunga disputa legale tra Ubi banca (divenuta Intesa Sanpaolo dopo la fusione), l’imprenditore e la sua ex società. Una complessa vicenda riguardante una fideiussione (e “una serie di atti illegittimi” scrive il pm Andrea Di Giovanni) che è scaturita in una sentenza della Corte d’Appello di Torino. Ma la vicenda non si chiude: in quegli anni – secondo quanto denunciato dalla presunta vittima – a causa di numerose segnalazioni nei suoi confronti da parte dell’istituto bancario alla centrale rischi della Banca d’Italia, la sua attività imprenditoriale si sarebbe bloccata, non potendo accedere a nessuna forma di prestito. Inizierebbe così una nuova fase della vicenda, quella relativa all’indagine in corso.

L’imprenditore ottiene un mutuo fondiario dalla banca per l’acquisto di un’abitazione. Immobile che risulterà, secondo quanto evidenziato dall’accusa, abusivo: “Condizione non rilevata dalla banca in sede di stipula del contratto”, sottolinea la procura. E mentre il mancato pagamento di alcune rate del mutuo porta la banca ad attivare delle “procedure esecutive immobiliari” (che riguardano anche l’abitazione dove vive l’uomo e la sua famiglia) lo stesso imprenditore chiede la “liquidazione della polizza assicurativa proteggi mutuo” da lui sottoscritta. Iniziano così delle interlocuzioni tra le parti (“telefonate, video call, riunioni ecc.” dall’aprile del 2021 ai primi di giugno del 2022) “nel tentativo apparente – scrive il pm – di trovare un bonario componimento dei contrasti irrisolti”. Secondo quanto fa presente il denunciate, in alcune interlocuzioni lo stesso imprenditore avrebbe dialogato anche direttamente con Miccichè. La denuncia-querela, sottolinea il pm alla Prefettura (esprimendo il suo parere favorevole all’accoglimento dell’istanza presentata dall’imprenditore per accedere al fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e di usura), “risulta corredata da copiosa documentazione a riscontro e da file audio contenenti conversazioni piuttosto eloquenti con i predetti vertici e i loro legali”.

Il 10 maggio 2023 è stata eseguita dalla Guardia di Finanza una perquisizione informatica nella sede legale di Intesa Sanpaolo Assicura a Torino. Nelle ore successive agli indagati, compreso Miccichè, è stato notificato l’avviso di garanzia. Secondo quanto scrive il pm Andrea Di Giovanni nel decreto di perquisizione, “l’istituto assicurativo Intesa Sanpaolo Assicura prima e l’Istituto bancario Intesa Sanpaolo spa poi” avrebbero utilizzato nei confronti dell’imprenditore “espedienti e sollevato eccezioni tese ad evitare (o comunque postergare) la liquidazione dell’indennità connessa alla polizza assicurativa proteggi-mutuo stipulata a protezione dell’acquisto di un immobile abusivo (condizione non rilevata dalla banca in sede di stipula del contratto)” da parte della presunta vittima. Nei confronti dell’imprenditore “risulta, per giunta, promossa azione esecutiva generata dal mancato pagamento di alcune rate del predetto mutuo”. Un comportamento che, per il pm, “sembrerebbe essere finalizzato a costringere” l’uomo ad “accettare le proposte al ribasso prevenienti dalla banca stessa”. Per la Procura tutto questo viene fuori “nel corso della trattativa sulla quantificazione dei danni patrimoniali e non patrimoniali patiti dallo stesso e derivanti dalla sua condizione di soggetto ‘segnalato’ alla centrale rischi della Banca d’Italia” e anche “dal colpevole ritardo nella cancellazione della stessa segnalazione nonostante vari pronunciamenti giudiziari favorevoli allo stesso”.

Ilfattoquotidiano.it ha sentito l’avvocato Guido Carlo Alleva, legale di fiducia di Gaetano Miccichè, che non ha rilasciato dichiarazioni precisando solo che si tratta di un’indagine ancora in corso. Contattato per un’eventuale replica, anche l’ufficio stampa di Intesa Sanpaolo non ha voluto commentare la notizia degli avvisi di garanzia.

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