Il salario minimo? “È un bel titolo, funziona molto bene come slogan, ma nella sua applicazione rischia di creare dei problemi”. Parola di Giorgia Meloni, intervistata a Non Stop News su Rtl 102.5. A poche ore dalla riunione della Commissione Lavoro della Camera, attesa in serata per decidere se votare o meno lo stop alla proposta di legge delle opposizioni – la premier è intervenuta sul tema, spiegando di essere disponibile “ad aprire ad un confronto” pur sottolineando che la via da seguire è quella della contrattazione collettiva “da rafforzare”. Ieri era stato il presidente dell’organo parlamentare Walter Rizzetto, esponente di Fratelli d’Italia a rilanciare la sua proposta a Pd e M5s: la maggioranza non voterà l’emendamento soppressivo (che comprometterebbe il futuro del ddl) ma bisognerà rinviare la discussione a settembre. Un tentativo di mediazione, in vista della riunione della commissione prevista per le 20:30, che ha provocato l’accusa dell’opposizione: “Il Governo non può pensare di prenderli in giro dicendo che devono ancora studiare e approfondire. Salario minimo legale subito”, aveva scritto su twitter Giuseppe Conte.

Meloni: “Apriremo al confronto” – Come risponde dunque Meloni alle accuse di voler rinviare la discussione sul salario minimo per prendere tempo? “Non stiamo rimandando alcuna posizione. Le opposizioni hanno chiesto un confronto e per confrontarsi serve tempo ma poi si sa: come si fa si sbaglia”, dice la premier. Che poi ha fatto una distinzione tra i partiti che non fanno parte della maggioranza. “Ho letto gli appelli di Calenda, c’è una opposizione che si pone in modo responsabile, serio, garbato, non pregiudiziale. E’ giusto dare un segnale, indipendentemente dal fatto che poi troveremo una soluzione al problema. Apriremo il confronto e cercheremo di capire se c’è una soluzione”, ha proseguito la capa dell’esecutivo, spiegando che “il tema del salario minimo mi interessa, nessuno più di me si rende conto di quanto il problema sui salari c’è, noi ci abbiamo lavorato”. Poi ha attaccato: “Sono un po’ incuriosita da un’opposizione che dopo essere stata al governo una decina d’anni, oggi scopre che in Italia c’è un problema di salario e di precariato e lo considera una responsabilità di un governo che è in carica da nove mesi”. Ma sul tema, ha assicurato, “apriremo al confronto” perchè “il tema dei salari mi interessa” e perchè “c’è una opposizione che si pone in modo garbato e io credo sia giusto dare dei segnali di confronto”.

Opposizioni: “No bluff” – Parole che non hanno convinto né il Pd e neanche il Movimento 5 stelle. “Faccio fatica a capire come si possa definire slogan la condizione dei lavoratori poveri anche se lavorano. È una emergenza di questo paese su cui più volte abbiamo discusso in questi mesi perché sono state bocciate tutte le risoluzioni e odg di novembre di tutte le opposizioni. Abbiamo avuto una discussione lunga circa 4 mesi ricca di audizioni e approfondimenti, quindi hanno avuto tutto il tempo di pensare e lavorare, noi ribadiamo che siamo disponibili al confronto ma servono atti concreti. Abbiamo chiesto il ritiro dell’emendamento soppressivo che è stato presentato sul testo unitario delle opposizioni”, dice la segretaria del Pd, Elly Schlein. “Fa sorridere che Giorgia Meloni dica che c’è un’opposizione che ha scoperto il tema dei salari bassi e della precarietà solo di recente. La premier ha davvero scarsa memoria e dovrebbe informarsi un pò di più prima di parlare con tanta leggerezza. La prima proposta di salario minimo del M5S risale al 2013, semmai è lei ad aver scoperto oggi il tema. Per quel che ci riguarda conta alzare gli stipendi da fame di milioni di lavoratrici e lavoratori e per riuscirsi siamo disponibili a discutere con il governo, ma senza bluff“, commenta Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera di M5S. Contrario il parere dei renziani, con Ettore Rosato che prende le parti del centrodestra: “La maggioranza chiede di rinviare a settembre la discussione sul salario minimo per provare a trovare una soluzione comune e noi gli diciamo di No? Un progetto di legge che anche qualora fosse approvato ad agosto alla Camera dovrebbe comunque andare appena al Senato? Su, siamo seri! Si chiedano al governo garanzie sul ritiro dell’emendamento soppressivo e sull’avvio di un tavolo di confronto preliminare ma solo chi privilegia la polemica agli interessi di milioni di italiani sottopagati può dire di No!”.

La maggioranza lavora a uno stop di 2 mesi – In vista della riunione della commissione prevista per stasera, intanto, la maggioranza sta lavorando a una sospensiva di due mesi, per rinviare a fine settembre la discussione sul progetto di legge sul salario minimo. Come già accaduto per il Mes, si va dunque verso la votazione in aula alla Camera di un rinvio dell’esame del provvedimento. A quanto apprende l’agenzia Lapresse da alcune fonti parlamentari, quindi, non verrebbe sottoposto a votazione, nella commissione Lavoro di Montecitorio, l’emendamento soppressivo depositato dal centrodestra alla proposta presentata dalle opposizioni unite (con l’eccezione di Iv). Il pdl approderebbe direttamente in aula giovedì per la discussione generale ma la votazione sulla sospensiva non dovrebbe esserci prima della prossima settimana. Nel frattempo Forza Italia presenterà la sua proposta di legge per sostenere i salari più bassi. “E’ una iniziativa concreta, di facile applicazione“, fa sapere il partito guidato da Antonio Tajani.

L’attacco alla Cgil – Durante l’intervista a Rtl Meloni ha anche attaccato Cgil che ha annunciato uno sciopero per ottobre contro la legge di bilancio: “Scioperano prima che ci sia la legge di bilancio. Questo darà la possibilità finalmente a tutti di vedere come ci sia una opposizione che non è nel merito ma è figlia di una pregiudizio”. Sul voto spagnolo, invece, la premier ha sostenuto che “il risultato di Vox era atteso nell’attuale contesto” ma comunque il centrodestra “cresce molto in Spagna” anche se “nessuno riesce ad esprimere una maggioranza e auguro agli spagnoli di formare quanto prima un governo perchè siamo popoli amici al di là di chi governa”. L’inquilina di Palazzo Chigi ha poi aggiunto:”Fa sorridere la sinistra italiana che si consola con il spareggio della sinistra spagnola di Sanchez”. E a proposito del suo futuro Meloni ha assicurato di avere intenzione di governare almeno 5 anni: “Io la considero una maratona anche se spero di avere il fisico perché con questi ritmi”.

Intanto al Senato – Mentre la partita su una possibile legge si gioca in commissione alla Camera, le diverse posizioni sul tema sono si sono sfidate in Senato. Palazzo Madama infatti oggi ha votato due mozioni, una della maggioranza e una del M5s. Come prevedibile l’Aula ha bocciato il testo dei pentastellati che chiedeva l’impegno del governo sulla introduzione di una soglia minima salariale inderogabile di 9 euro all’ora. Hanno votato a favore 61 senatori, 79 i voti contrari e 7 gli astenuti. Approvata invece con 82 sì, 60 no e 8 astenuti la mozione presentata dai capigruppo della maggioranza che chiede di individuare “gli strumenti più idonei” anche al di là della soluzione del salario minimo e “evitare qualsiasi forma di intervento che spinga al ribasso i salari medio bassi”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

I nuovi Re di Roma

di Il Fatto Quotidiano 6.50€ Acquista
Articolo Precedente

“Contratti di pulizia anziché di logistica”: i due mesi di lotta dei facchini di Mondo Convenienza. Mille in corteo: “Per spaventarci licenziano”

next