Sei condannati per gli attentati di Bruxelles che il 22 marzo del 2016 provocarono la morte di 35 persone, tra cui tre terroristi, e il ferimento di altre 340. Tra coloro che sono stati ritenuti colpevoli di aver attuato o organizzato gli attacchi all’aeroporto di Zaventem e alla stazione della metro di Maalbeek ci sono anche Salah Abdeslam, l’unico superstite tra gli attentatori che il 13 novembre 2015 colpirono Parigi, e Mohamed Abrini, anch’egli incriminato per aver partecipato alla strage nella capitale francese.

Gli uomini, tutti affiliati allo Stato Islamico dell’allora Califfo Abu Bakr al-Baghdadi, hanno dovuto attendere ben 18 giorni la decisione dei giudici dato che il processo è iniziato a dicembre e si è concluso lo scorso 6 luglio. Si tratta della delibera più lunga nella storia giudiziaria belga.

La mattina del 22 marzo 2016, Bruxelles venne stravolta da un duplice attentato kamikaze con esplosioni che travolsero il trafficatissimo scalo aereo della capitale e una delle principali stazioni della metropolitana locale. Una vendetta degli uomini fedeli a Isis nei confronti di uno dei Paesi che prese parte alla coalizione anti-Califfato in Siria e Iraq. Ma la strage di Zaventem poteva essere ancora più grave: una terza bomba, la più potente delle tre secondo le forze di sicurezza, non esplose perché l’attentatore venne sbalzato via dalla seconda deflagrazione e scappò dall’aeroporto.

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