Un evento pubblico per ricordare la caduta del fascismo e la sindaca del posto che, in qualche maniera, boicotta l’iniziativa appellandosi al regolamento comunale. Nel comune vicino, inoltre, uno striscione di minaccia dei neofascisti. È quanto accaduto in provincia di Vicenza, dove in occasione del 25 luglio sono state organizzate una serie di “pastasciutte antifasciste”, in memoria della storica iniziativa di Casa Cervi. A Contrà Burci in mattinata è apparso uno striscione con la scritta “Se manca olio, lo portiamo noi”, a firma del del movimento di destra Mis, Movimento Italia Sociale. La Digos ha sequestrato lo striscione e verrà fatta una segnalazione all’autorità giudiziaria. “Un’azione che rimanda, anche nella terminologia usata, ai tempi più bui del fascismo” ha commentato la consigliera comunale di Coalizione Civica Martina Corbetti, che ha condannato “fermamente azioni intimidatorie di questo tipo”. Sempre nel vicentino, a Rosà, la consigliera regionale del Pd Chiara Luisetto ha denunciato che il sindaco ha vietato l’iniziativa della “pastasciutta antifascista”, richiesta da quattro sezioni dell’Anpi. “Una censura – ha fatto sapere l’esponente del Pd – in violazione di ogni principio democratico e repubblicano. Una scelta che è di censura nei confronti di chi vuole giustamente coltivare il ricordo di quel 25 luglio del 1943. Una data che, al pari del 25 aprile, segna una svolta storica, sulla strada che condusse all’Italia repubblicana”. Sullo stesso tenore la denuncia dell’Anpi: “La sindaca, in palese violazione della Costituzione, non concede lo spazio per la Pastasciutta antifascista perché il nome ‘può essere un richiamo di disordini e di problemi di sicurezza e ordine pubblico’. Noi non smetteremo di denunciare alle autorità competenti e di diffondere unità e cultura antifasciste”.
Non si è fatta attendere la replica della diretta interessata, secondo cui l’iniziativa “non rispetta il regolamento di utilizzo e gestione, che prevede una destinazione socio-ricreativa”. Lo ha affermatoi in una nota la sindaca di Rosà, Elena Mezzalira. “Solo venerdì scorso – si legge ancora nella nota – abbiamo ricevuto la richiesta di utilizzo da parte dei promotori. Ma la diffusione sui social di volantini col titolo di ‘pastasciutta antifascista’ fa pensare che non si tratti solo di un appuntamento conviviale o culturale. Mi lascia perplessa la presa di posizione della consigliera regionale Chiara Luisetto, che, nelle sue dichiarazioni, ha fatto un uso propagandistico e strumentale della vicenda. Gli organizzatori sono liberi di trovare un’altra sede”. Una presa di posizione, quella della sindaca, che non contempla la storia della Pastasciutta antifascista e che ha provocato la reazione della politica nazionale. “Sulla sindaca del comune di Rosà, in provincia di Vicenza, che ha negato gli spazi per la Pastasciutta Antifascista al locale circolo Anpi perché il ripetere il gesto che nel 1943 fece la famiglia Cervi potrebbe essere ‘richiamo di disordini e un problema di ordine pubblico’ presenteremo un’interrogazione parlamentare al governo” ha detto il segretario nazionale di Sinistra Italiana e parlamentare Nicola Fratoianni, che ha chiesto al prefetto di Vicenza di “attivarsi subito per spiegare a questa esponente della destra cosa è la Costituzione della Repubblica”. “Il 25 luglio di 80 anni fa cadeva il regime dell’assassino Mussolini – scrive Fratoianni – di lì a poco gli anni terribili e gloriosi della Resistenza contro i nazifascisti che ci hanno portato alla libertà e alla Repubblica. Chissà se per qualcuno, anche nei palazzi del potere, oggi è lutto nazionale. Per noi no”.