Della nuova pace fiscale evocata da Matteo Salvini ovviamente non c’è traccia. In compenso con gli emendamenti alla delega fiscale presentati in commissione al Senato la maggioranza riprova a tagliare le sanzioni per le imprese che saranno escluse dal nuovo concordato preventivo biennale perché colpevoli di aver frodato l’erario. E cerca di eliminare il penale per chi aderisce all’adempimento collaborativo, il regime di interlocuzione preventiva con l’Agenzia delle Entrate ora riservato ai grandi gruppi ma che il governo punta ad estendere anche a pmi e addirittura persone fisiche. Ma il dato politico che salta all’occhio, scorrendo il fascicolo delle proposte che saranno esaminate in settimana, è l’avvicinamento di Italia viva alle destre: i renziani si accodano alle correzioni chieste dai partiti che sostengono il governo Meloni e in alcuni casi vanno oltre, immaginando per gli evasori nuove ipotesi di non punibilità penale.

No all’automazione del pignoramento – L’articolo sulla riscossione è quello che ha acceso maggiormente la polemica politica nei giorni scorsi. Come preannunciato da Matteo Renzi, un emendamento di Iv a prima firma Paita chiede senza mezzi termini la soppressione della parte che prevede la “razionalizzazione e automazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari”, di per sé prevista da molti anni e non modificata dalla riforma del 2016 con cui lo stesso Renzi ha abolito Equitalia. Il problema è che oggi è inefficace perché l’agente della riscossione – come ricordato da Alessandro Santoro, presidente della Commissione che prepara la relazione annuale sull’evasione fiscale – opera “a fari spenti”, senza sapere quanti soldi ci sono in quel momento sul conto corrente dell’evasore: la delega prevede di rendere finalmente effettivo quel potere di recupero. Per i renziani non s’ha da fare. Nessun commento per ora da Luigi Marattin, che ha innescato la discussione con tweet e interviste in cui esprimeva apprezzamento per la misura definita “severa ma giusta”. Più mirati gli emendamenti di FdI, FI e Lega che puntano a levare di mezzo solo la parola “automazione” su cui si è incentrata la polemica politica.
Il potenziamento della riscossione coattiva non piace comunque nemmeno al M5s: i senatori Croatti e Turco propongono di eliminare l’intero comma, con la motivazione che è preferibile puntare su dialogo con il contribuente e utilizzo preventivo delle informazioni contenute nelle banche dati. Con questo obiettivo gli stessi parlamentari immaginano, in altri emendamenti, la liquidazione automatica dell’Iva dovuta attraverso l’istituzione di “appositi conti correnti fiscali digitali presso l’Agenzia delle entrate” che renderebbero immediati anche i rimborsi.

Niente sanzioni per chi viola il concordato: ci riprovano – Centrodestra unito come un sol uomo, con Italia viva al traino, sulle modifiche al concordato preventivo biennale, ovvero la possibilità per piccole imprese e professionisti di accettare una previsione di ricavi messa a punto dalle Entrate e pagare nei successivi due anni solo le tasse dovute su quell’ammontare (anche se l’imponibile effettivo si rivelasse più alto). La delega al momento prevede la decadenza dal beneficio se a seguito di accertamento emerge che il contribuente non ha correttamente documentato “ricavi o compensi per un importo superiore a prestabilite soglie ritenute significative ovvero ha commesso altre violazioni fiscali di non lieve entità“. A Fratelli d’Italia, Lega e FI non basta, come avevano già dimostrato con gli emendamenti presentati alla Camera: vogliono che chi per quei motivi viene escluso dall’accordo si veda anche “ridurre le sanzioni conseguenti alla decadenza”, con la sola eccezione di quelle in materia di Iva. E Italia viva a questo giro si accoda, presentando – prima firmataria Silvia Fregolent – un emendamento fotocopia di quelli di Orsomarso (FdI), Borghesi (Lega) e Lotito (FI).

Liberi tutti se c’è la “collaborazione” – Fratelli d’Italia, Lega e FdI con tre emendamenti identici vogliono l’esclusione, e non solo la “ulteriore riduzione” già prevista, delle sanzioni penali, “con particolare riguardo a quelle connesse al reato di dichiarazione infedele“, per i contribuenti che hanno aderito al regime dell’adempimento collaborativo e “hanno tenuto comportamenti collaborativi e comunicato preventivamente ed esaurientemente l’esistenza dei relativi rischi fiscali”. Se il sistema di rilevazione del rischio è “certificato da professionisti qualificati” andrebbero poi escluse tout court le sanzioni amministrative (l’aveva chiesto il Consiglio nazionale dei commercialisti). Fa un passo in più Italia viva che con un emendamento a prima firma Paita punta ad alleggerire le sanzioni penali per tutti i reati tributari, “anche commessi all’estero“, e per tutti i contribuenti, cancellando con un colpo di penna la parte che riserva il regalo a chi aderisce all’adempimento collaborativo.

Allargare la non punibilità – Non solo: il partito di Renzi auspica diverse modifiche all’articolo 18, quello sulle sanzioni, per far sì per esempio che per quanto riguarda il penale siano definite “ulteriori ipotesi di non punibilità e circostanze attenuanti, in particolare che tengano conto della obiettiva incertezza della disciplina di riferimento, nonché delle attività poste in essere per riparare il danno cagionato”. Perfettamente in linea con lo scudo penale infilato dal governo nel decreto Bollette. Per Pd e M5s il comma che prevede un occhio di riguardo per l’evasione “di necessità” (“sopravvenuta impossibilità di far fronte al pagamento”) del tributo va cancellato o perlomeno rimodulato, propongono i dem, subordinando i vantaggi alla verifica della capacità patrimoniale del contribuente ed escludendo per esempio società che erogano dividendi o aumentano i compensi agli amministratori.

Definizione agevolata per tutti i debiti – La maggioranza rilancia poi sui condoni: emendamenti fotocopia di FdI (a prima firma Orsomarso), FI (Lotito) e Lega (Garavaglia) chiedono che l’accesso a “eventuali meccanismi di definizione agevolata” sia consentito urbi et orbi “per tutti i debiti, sia fiscali che contributivi e a prescindere se siano o meno affidati agli agenti della riscossione“. Quindi anche nella fase subito successiva all’accertamento, prima dell’iscrizione a ruolo. Lotito, poi, autoapparecchia un nuovo sconto per la Lazio e le altre squadre che hanno transato con l’erario concordando pagamenti spalmati su molti anni.

Il Carroccio vuole anche, come concordato in Conferenza unificata, accordare ai sindaci la possibilità di varare definizioni agevolate ad hoc sulle entrate di loro spettanza, multe comprese. Un obiettivo evidentemente condiviso dal Pd, che lo prevede nei suoi emendamenti a prima firma Boccia sulla fiscalità degli enti locali.

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Delega fiscale, la maggioranza ritira gli emendamenti con il regalo a chi sceglie il concordato biennale e poi froda

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