Un escursionista cammina in mezzo al Gunnison National Park: ‘black canyon’ aspro e oscuro che solca un parco punteggiato da scenari mozzafiato, relativamente impervio e poco frequentato dai turisti. È il 9 luglio, in Colorado le temperature sono abbastanza alte. L’uomo vede una tenda, si avvicina e all’interno trova un cadavere. Chiama la polizia, che lì accanto trova altri due corpi, uno dei quali mummificato.
Nessuna firma di autore di bestseller ‘gialli’ per questa storia raccontata dal New York Times. I tre cadaveri si trovavano non lontano dal campeggio Gold Creek. Dopo una settimana, il medico legale della contea di Gunnison, Michael Barnes, comunica l’identità dei morti: Rebecca Vance, 42 anni, suo figlio di 14 anni e sua sorella, Christine Vance, 41 anni. Cosa ci facevano lì? E come sono morti?
Era l’estate 2022 quando Rebecca ha raccontato alla sua famiglia di voler realizzare un sogno, quello di vivere lontana dal mondo, secondo lei sempre più “pericoloso”. Un’idea maturata durante la pandemia che non avrebbe coinvolto la sola 42enne ma anche suo figlio. Al NYT lo ha raccontato Trevala Jara, sorellastra di Vance: “Sua sorella Christine ha deciso di andare con loro perché era molto preoccupata e pensava di poterli aiutare a sopravvivere“. Così si sono ritrovati in tre, accampati nel Gunnison National Park.
Jara sostiene che Rebecca non fosse una sostenitrice di teorie complottiste ma che avesse semplicemente deciso di poter vivere meglio nella natura. Una natura difficile e aspra, che ha finito per dominare lei, suo figlio e sua sorella. L’unico cibo trovato nella tenda dopo il ritrovamento dei corpi è stato un pacchetto di ramen. Il medico legale ha formulato un’ipotesi sulla circostanza della morte: la neve ha cominciato pian piano a coprire il terreno intorno alla tenda e il freddo a diventare molto intenso, tanto che i tre sono stati costretti ad accendere un fuoco all’ingresso della tenda e a bruciare rami secchi. Secondo le ipotesi, le sorelle Vance e il figlio di Rebecca sono morti di stenti e freddo. I loro corpi erano molto emaciati. “Io e mio marito abbiamo cercato di fermarli – ha detto Trevala Jara al New York Times – ma erano convinti di trovare una vita più serena nella natura”.