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“I turisti sono ingrassati e pesano troppo, adesso sulla gondola ci stanno al massimo in 5”: scoppia il caso a Venezia. E c’è chi instilla il dubbio: “Solo una scusa”

Questa situazione surreale è raccontata dal “Gambero rosso”. Prende lo spunto dalla richiesta di una guida turistica che organizza un tour tra i canali e vuol far vivere l’esperienza a una famiglia di sei persone

di Simona Griggio

Troppo formosi? Qualcuno dovrà rimanere a terra e salutare con la mano i compagni che si allontanano in gondola sul Canal Grande o sugli altri canali di Venezia. Da quando i turisti sono ingrassati si può salire sulla tradizionale imbarcazione al massimo in cinque. Non più in sei come in passato. Non importa se si è magri come fuscelli, la nuova regola comunale è stata imposta per motivi di sicurezza. E non sono previste eccezioni.

Ma qual è il motivo che ha fatto modificare il numero di capienza delle gondole? “I turisti rispetto a una volta sono ingrassati”, dicono i gondolieri veneziani. Maledette pastasciutte. O, se consideriamo che una parte dei visitatori arriva da oltreoceano, maledetti hamburger farciti da divorare nei fast food. Conclusione: con sei persone un po’ sovrappeso a bordo la tradizionale imbarcazione può imbarcare acqua. Con buona pace del body shaming.

Questa situazione surreale è raccontata dal “Gambero rosso”. Prende lo spunto dalla richiesta di una guida turistica che organizza un tour tra i canali e vuol far vivere l’esperienza a una famiglia di sei persone: madre, padre e quattro figli, tra i quali due con un disturbo dello spettro autistico. Ci tengono davvero, a essere tutti insieme. La guida scopre però che, con il regolamento approvato nel luglio 2020, il Comune ha ridotto il limite massimo di passeggeri delle gondole da sei a cinque per “motivi di sicurezza”.

Lo hanno preteso gli stessi gondolieri. Il celebre sito gastronomico evidenzia però che, così facendo, per loro c’è anche un vantaggio economico. Un conto è la cifra fissa di 80 euro per sei persone, un conto per cinque. Facendo un esercizio di aritmetica turistica proiettata sui grandi numeri di Venezia, ecco che cosa si ottiene. Se le persone fossero 36, prima sarebbero bastate 6 gondole. Ora ce ne vogliono 8. Esattamente 160 euro in più. Le modifiche si applicano alle imbarcazioni più piccole ma anche a quelle più grandi. La capacità massima delle gondole “da parada”, quelle che servono come taxi attraverso il Canal Grande, è stata ridotta da 14 a 12 passeggeri.

La spiegazione viene offerta proprio Andrea Balbi, il presidente dell’Associazione Gondolieri di Venezia: “Rispetto a dieci anni fa, ora i turisti pesano di più”. Incapaci di trattenersi, di fare un po’ di dieta, evidentemente si abbandonano ai bagordi ingozzandosi. E ingrassando. Balbi dettaglia così: “Invece di farli salire su una bilancia prima di salire, stiamo limitando il numero”.

Il resto della storia, con la famiglia di sei persone in attesa di salire in gondola, è il solito avvitamento burocratico tanto italiano. La guida chiede una deroga, la polizia municipale spiega che tocca a quella della navigazione. Quest’ultima garantisce che la famiglia si potrà imbarcare, al competo, considerando anche la presenza dei figli con i disturbi dello spettro autistico. Ma lo fa solo a voce. Niente di scritto.

Le compagnie delle gondole rispondono che loro la responsabilità non se la prendono, che occorre un permesso speciale. Che però non arriva. La guida racconta anche di una risposta sgarbata: “Una delle compagnie di gondole contattate mi risponde che senza foglio non infrangono le regole, aggiungendo che loro guidano gondole, non sono servizi sociali”.

Non è il primo caso in Europa di limitazioni legate al peso. Ma quel che è accaduto in Grecia è molto più nobile. Nel 2018, per le proteste degli attivisti, è stato vietato ai turisti in sovrappeso di cavalcare gli asini nella celebre isola di Santorini, poiché causavano lesioni alla colonna vertebrale.

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