Leggere la cronaca di questi giorni e confrontarla con quanto scritto sui giornali di destra, ma anche dichiarato da alcuni politici di maggioranza, produce incredulità. Più si aggravano i fenomeni, più aumentano i morti, più avanzano roghi, tifoni, grandine micidiale, più i giornali di destra gridano ai “terroristi dell’afa”, agli “sciacalli del clima”, a chi strumentalizza gli eventi per allontanare i turisti dalla nostre città e in generale a chiunque affermi che c’è una crisi climatica in corso causata dall’uomo.
Facciamo un passo indietro. I negazionisti climatici, in realtà, andrebbero affrontati con scetticismo e indifferenza. Mai bisogna mettersi sul loro piano, mai argomentare con loro, talmente accecati dalla loro ideologia e dalla loro furia direi narcisistica che li si può trattare solo come persone ignoranti anzitutto ma anche persino disturbate. Un esempio può essere efficace: sarebbe come se, di fronte a un cadavere squarciato con un coltello nell’addome, si dicesse che la persona è viva e che chi dice il contrario è un “terrorista dello squarcio” e che lo squarcio, soprattutto, non è causato dall’uomo. Come definireste una persona così? Al massimo, con loro si può usare un certo sarcasmo, ma sempre improntato alla marginalizzazione, al togliere loro ogni forma di autorità, perché altro non si meritano, come di recente ha scritto anche il geologo Mario Tozzi.
Il problema però sorge, appunto, quando i negazionisti sono giornalisti, oppure politici. Qui la cosa si complica. C’è chi, come il deputato Angelo Bonelli, ha proposto il reato di negazionismo climatico, chi ha invocato il tso per i negazionisti. Tutto questo in verità non sarebbe necessario, basterebbe che l’Ordine dei giornalisti intervenisse, come ha chiesto proprio sul Fatto Quotidiano il climatologo Luca Mercalli. Perché diffondere negazione della crisi climatica è diffondere notizie false, e diffondere notizie false è pericoloso. Perché quelle dei negazionisti non sono “opinioni”, ma false notizie e tra le due cose c’è, appunto, una differenza fondamentale. Purtroppo l’Ordine dei giornalisti appare sordo e cieco, oppure impegnato a sanzionare per inezie altri giornalisti. Forse, chissà, arriverà un momento in cui i negazionisti saranno chiamati persino nei tribunali. Perché a furia di scrivere contro ogni forma di affermazione della crisi, a furia di dire che non esiste alcun allarme, qualcuno che ha perso un figlio o un marito a causa della crisi climatica potrebbe anche cominciare a chiedere loro il conto.
Ma il problema ancora più grande è che i giornali e i giornalisti negazionisti sono intrecciati con la politica. Basti pensare al caso Andrea Giambruno, compagno della premier e conduttore di una recente puntata scandalosa sul caldo estivo. E a proposito di Giorgia Meloni, non è chiaro quale sia la sua posizione sui fatti che stanno accadendo. In passato ha parlato di crisi climatica, ma in queste settimane in cui l’Italia affonda tra caldo bruciante e tornado, tace. In generale, i ministri della destra oscillano tra un negazionismo e un blando riconoscimento che sì, in effetti il problema esiste, “ma non si può fermare sviluppo, industria, etc”. La ministra Santanché ha pronunciato, chissà se per la prima volta in vita, la parola cambiamento climatico (e necessità di contrastarlo) dopo che il ministro tedesco della Salute ha fatto notare, magari con poca diplomazia, la verità: difficile vedere un futuro del turismo in Italia, specie d’estate, se le temperature sono queste e destinate a crescere. Lo stesso ministro Pichetto Fratin, che di clima ed energia si occupa specificamente, ha dichiarato a Repubblica che la crisi va contrastata, pur non essendo chiara l’origine antropica. Questione che lui “lascia ai tecnici”, come se fosse possibile curare il sintomo della malattia senza saperne le cause. I governatori come Zaia, che la devastazione la toccano con mano, per fortuna sono più inclini a criticare i negazionisti.
Insomma, fossero i negazionisti persone comuni li si potrebbe semplicemente ignorare, bloccandoli sui propri profili, e dedicando tempo ed energie ad altro, ad esempio sopravvivere nonostante la crisi e combatterla ognuno dal proprio ambito. Purtroppo i negazionisti oggi ricoprono ruoli di caporedattori e direttori di giornale, nonché di ministri. E questo è un problema molto più grave. Per questo tutte le forze di controllo dovrebbero far notare a queste persone che stanno dicendo e diffondendo il falso, a partire dall’Ordine. Far notare loro, anche, che non possono con tutta evidenza più dichiararsi neanche cattolici, visto che Papa Francesco continua a ripetere che la crisi climatica è gravissima ed è colpa dell’uomo. Personalmente auspicherei un intervento su questo – sul negazionismo dell’informazione e della politica – anche del presidente Sergio Mattarella, che in ogni occasione possibile ripete con forza che la crisi climatica è gravissima e che se non prenderemo misure di contrasto saremo travolti.
La crisi climatica è arrivata a un livello troppo avanzato e grave perché possiamo permetterci tutta questa ignoranza e falsa informazione, che produce inazione che a sua volta aggrava la crisi. Tra l’altro, oltre a negare i fatti, i negazionisti ignorano e irridono anche il nostro terrore, quello degli italiani, che ormai ad ogni sondaggio con percentuali bulgare sostengono di aver paura della crisi climatica e chiedono interventi. Ormai le nostre chat sono piene di inviti alla prudenza, informazioni meteo, manifestazioni di ansia. Siamo tutti terrorizzati, per non parlare di chi la crisi climatica la tocca con mano, come gli agricoltori. Farsi beffe di questo dolore, fare finta che non esista, è veramente criminale.
I fatti, cioè la crisi, travolgeranno tutti questi falsi profeti, ma purtroppo travolgeranno anche noi e anche per colpa loro, perché chi svolge un ruolo pubblico e di potere ha responsabilità precise. Per questo, in una società che voglia definirsi civile, nessuno dovrebbe e potrebbe negare ciò che sta accadendo e perché sta accadendo. Anche in questo, l’Italia rappresenta una tragica anomalia.