“Non lo rifarei, soprattutto perché non sono stato bravo a far comprendere che non c’era nessun attacco alla ragazza, e difatti da quel momento” mio figlio “ha avuto i suoi difensori e tocca a loro”. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, sfrutta l’occasione dell’incontro con la stampa parlamentare alla tradizionale cerimonia del Ventaglio per una parziale retromarcia sulla sua dichiarazione rilasciata dopo la notizia della denuncia per violenza sessuale a carico di suo figlio Leonardo Apache. Parziale perché poco dopo rivendica: se un padre “crede a quello che il figlio gli racconta, non c’è niente di male che lo dica“.
Alla domanda del presidente dell’Associazione stampa parlamentare, Adalberto Signore, La Russa ha spiegato: “Non ho mai inteso attaccare la ragazza e non sono intervenuto oltre. Ho anche parlato con Giorgia Meloni. Ma credo che se Elly Schlein avesse letto con attenzione quello che ho scritto, avrebbe capito che il mio riferimento era sulla scelta del difensore, e non della ragazza, di aspettare giorni prima di presentare la denuncia, cosa che ha reso impossibile l’esame del video“. Schlein aveva definito “disgustoso che la seconda carica dello Stato mini la credibilità delle donne che denunciano una violenza sessuale”. Ma anche la premier Meloni era intervenuta senza difendere il presidente del Senato: in questi casi, aveva dichiarato, “sono solidale con la ragazza, non mi pongo il problema dei tempi della denuncia”.
La Russa poi ha voluto ribadire: “La mia convinzione di padre, tuttora esistente, è di credere a mio figlio perché un padre può anche non credere a suo figlio”. E la domanda è stata l’occasione anche per una battuta rivolta ai cronisti parlamentari: “C’è anche una domanda che riguarda una vicenda mia familiare. Forse questa ce la potevamo anche risparmiare. Però visto che c’è, per carità!”. Il presidente del Senato inaugurando la cerimonia del Ventaglio si è lanciato in convenevoli e smancerie con la stampa, affermando che “il rapporto con la stampa è decisivo per la qualità della nostra democrazia e dei nostri rapporti di civiltà”. Le polemiche con i giornalisti però sono state un tratto distintivo dei suoi primi mesi alla guida del Senato, in particolari per varie dichiarazioni che sconfinavano dal perimetro della seconda carica dello Stato. E infatti lo stesso La Russa poco dopo ha attaccato: “Per onorare questa cerimonia a me tocca rispondere puntualmente ai quesiti, agli argomenti posti. Anche se per la verità, alcuni esulano da quella che dovrebbe essere la capacità di risposta di un presidente del Senato. Sono più domande politiche. Io mi pongo sempre il problema: se rispondo e se parlo di una questione che voi mi ponete, politica, dicono: ‘Ah il presidente ha parlato di cose di cui non dovrebbe. Lui fa politica e invece dovrebbe stare al di sopra delle parti’. Se non rispondo, sono maleducato, quindi non so mai bene come fare”.
Come sempre, alla fine, anche durante lo scambio con la stampa parlamentare La Russa non si è sottratto alle domande strettamente politiche, dal caso Santanchè alla questione giustizia. “Al di là della opportunità che non tocca a me giudicare perché sarebbe una opinione, il risultato è molto chiaro ed è un segnale di libera democrazia e di civiltà anche per come si è svolto il dibattito”, ha detto parlando della mozione “legittima” di sfiducia alla ministra del Turismo. Poi ha aggiunto: “Parlando da esponente di Fdi onestamente io non ricordo casi in cui ci sia stata una mozione di sfiducia individuale per fatti precedenti all’assunzione dell’incarico ministeriale”. Dimenticando che la mozione è per le dichiarazioni fatte dalla stessa Santanché proprio nell’Aula del Senato riguardo alle sue questioni giudiziarie.
Sulla riforma Nordio, La Russa ha commentato: “Non c’è nessuna dichiarazione del Quirinale che si dice preoccupato. È possibile, ma io credo che il legittimo esercizio del governo possa essere valutato correttamente in Parlamento col voto”. Per quanto riguarda “quello che Nordio propone, soprattutto dopo le chiare dichiarazioni del presidente del Consiglio, che ha detto che alcune cose non sono all’ordine del giorno di cui parlavano i giornali, per esempio il reato di contiguità alla mafia, anche la stessa separazione delle carriere non è al momento all’ordine del giorno – ha continuato La Russa – Io credo che basti leggere il programma del centrodestra, perché non è una novità, quando una coalizione nel proprio programma inserisce dei punti ha il dovere quantomeno di provare a realizzarli”. Sul tema, invece, dell’abuso d’ufficio, “non mi pare una questione in cui maggioranza e opposizione siano così contrapposte”, ha aggiunto.
La Russa ha parlato anche del ritorno dei vitalizi: “Il presidente del Senato non può sindacare, si tratta di un provvedimento preso da un organismo. L’organismo era in prorogatio perché con l’accordo di tutti si era lasciato al preesistente il compito di finire un iter molto lungo che era verso la fine. Però ci sono gli strumenti per riprendere questa materia e personalmente da parte mia non c’è nessuna opposizione. E’ giusto dire chi ha votato a favore chi contro, ma correttamente”, ha chiuso La Russa.