“Non ci sono le condizioni” aveva detto il 12 maggio, mentre era ancora amministratore delegato della Rai. “Non ci sono le condizioni” aveva ripetuto un paio di settimane dopo essere stato fatto fuori dal nuovo corso di viale Mazzini. E ora, invece, Carlo Fuortes le condizioni deve averle trovate: è stato indicato oggi dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi come sovrintendente del teatro San Carlo. Ora spetterà al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano approvare o meno la nomina. Fuortes, prima dell’esperienza da ad della Rai, era stato sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, con buoni successi. Se Sangiuliano ratificherà la decisione di Mafredi, Fuortes prenderà il posto di Stéphane Lissner.
Non ci sarebbe niente di strano se non si sapesse e non si ricordasse – com’è utile – tutto quello che è successo poche settimane fa proprio intorno alla poltrona da sovrintendente del San Carlo, al nome di Fuortes e a quello di Lissner, vittima sacrificale di un gioco dell’oca messo su in modo che il governo potesse cambiare l’amministratore delegato della tv pubblica prima della scadenza e che Fuortes comunque avesse una contropartita. Tanto che l’esecutivo è arrivato a scrivere e approvare un decreto ad hoc – non a caso ribattezzato da tutti i giornali “decreto Fuortes” – in cui era scritto che chi guida le fondazioni lirico-sinfoniche non può avere più di 70 anni. Coincidenza vuole che questa circostanza si cuce addosso proprio solo a Lissner, che fin qui ha guidato il San Carlo, dopo alcune esperienze di altissimo livello, come l’Opéra di Parigi e la Scala di Milano.
Perfino nel giorno in cui Fuortes si dimise la giostra dell’ipocrisia continuò a girare vorticosamente intorno al cavallo di viale Mazzini. Il governo da una parte assicurò che l’ad aveva lasciato la tv pubblica in totale libertà, il manager dall’altra negò qualsiasi trattativa, ruppe il silenzio che durava da settimane – nelle quali infuriava la polemica sul suo nome – con un comunicato con cui denunciò lo “scontro politico” in atto “sulla mia persona”, aggiungendo che non aveva intenzione di sedersi al comando del teatro d’opera più antico del mondo.
Invece oggi l’iter per la sua nomina è partito. Nel consiglio di indirizzo della fondazione il delegato della Regione Campania si è astenuto ma – assicura Manfredi – è stata espressa “una valutazione positiva sulla scelta e sul profilo di Fuortes”. Il sindaco ha detto di aspettarsi “che continui la qualità artistica che è stata di grande livello con il sovrintendente Lissner e che si potenzi la parte gestionale organizzativa” e auspica “soprattutto ” che “si riesca finalmente ad avere una rete di supporter privati di cui il San Carlo ha bisogno per raggiungere i livelli che merita. Il San Carlo non può basarsi solamente sul finanziamento pubblico, ha bisogno di sponsor privati come avviene per i grandi teatri del mondo”. Per Manfredi la scelta su Fuortes è caduta per “fare un salto di qualità”.
L’investimento sul “grande manager” per “un salto di qualità”, come da parole di Manfredi, probabilmente avranno come contrappeso un ricorso che Lissner appare intenzionato a presentare contro la decisione di farlo fuori per decreto. All’ultimo giorno di mandato il direttore francese aveva definito l’atto del consiglio d’indirizzo del San Carlo che recepiva la legge per il suo pensionamento con ben 7 aggettivi: “Discriminatorio, nullo, illegittimo, ingiustificato, inefficace, arbitrario, irragionevole“. Il sindaco-presidente si è limitato a dire che se arriverà la causa di Lissner “risponderanno gli avvocati”.