“Saviano non è in palinsesto“, lo annuncia in un’intervista al “Il Messaggero” l’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio. “Insider, faccia a faccia col crimine“, quattro puntate già registrate e previste da novembre su Rai3, non andrà in onda. La lista dei fuoriusciti dal servizio pubblico si allunga: da Fabio Fazio a Lucia Annunziata, da Bianca Berlinguer a Luciana Littizzetto fino a Massimo Gramellini.
“La scelta è aziendale, non politica“, spiega Sergio a chi prevede le proteste di Pd e M5s contro la decisione presa da “TeleMeloni“. Sergio, spiegano fonti Rai, ha preso atto di alcune affermazioni rivolte dallo scrittore al vicepremier Matteo Salvini, un clima acceso da tempo con una nuova pagina scritta, sempre via social, nei giorni scorsi con al centro del dibattito l’ambientalista e attivista Carola Rackete: “Dallo speronare motovedette italiane della Guardia di Finanza alla candidatura con la sinistra è un attimo. Auguri, viva la democrazia!”, aveva scritto il leader della Lega in un post per commentare la sua discesa in politica.
Parole che lo scrittore campano aveva così commentato: “Che faccia tosta! Ma quando passerà al Ministro della Mala Vita il vizio di mentire? In ogni sede, anche in sede giudiziaria, è stato chiarito che Carola Rackete non ha mai compiuto nessun atto ostile e che anzi ha agito nel rispetto della vita umana. Il Ministro della Mala Vita, invece, accusato di diffamazione aggravata nei confronti di Carola Rackete, è stato protetto dai suoi sodali in Parlamento. Le bande parlamentari che lo difendono solo la forza delle sue menzogne. Io stesso ormai attendo invano che si degni di venire a testimoniare in un processo che lui stesso ha iniziato e che mi vede imputato da anni, ostaggio della sua querela, mentre lui accampa scuse pur di non venire in tribunale a dare conto delle sue continue e ripetute falsificazioni della realtà. Salvini mente come respira, lo testimoniano, se ce ne fosse bisogno, le affermazioni contenute in questo tweet“.
Da qui lo scontro, Lega e Fratelli d’Italia in prima fila per chiedere lo stop al suo programma, con deputati e senatori impegnati in Vigilanza Rai indignati: “La figura di Saviano è di certo incompatibile con la tv pubblica: o a Saviano è tutto permesso?”, il commento di Bergesio, capogruppo del Carroccio in Vigilanza. Forza Italia aveva intanto presentato un’interrogazione per chiedere “se Saviano goda di una sorta di impunità che gli consente di offendere le persone e di poter svolgere una funzione importante di conduzione di programmi del servizio pubblico”. Con l’annuncio di una querela da parte di Salvini: “Per il signor Saviano io sarei il ‘Ministro della Mala Vita’… Altro insulto e altro odio? Altra querela“.
Dopo Facci, tocca dunque a Saviano. Fonti Rai spiegano che il linguaggio usato ripetutamente dallo scrittore non sarebbe compatibile con il Codice etico cui si ispira il servizio pubblico. L’esclusione del giornalista di Libero aveva fatto esultare l’opposizione, ora l’uscita di Saviano esalta la maggioranza, un regolamento di conti o uno schema preciso, che sarà replicato anche in altri casi per “abbassare i toni e sottrarre la Rai al ruolo di terreno di scontro politico quotidiano”.