Il cambiamento climatico non è solo avere un po’ più caldo, ma il fatto che questo caldo in più scombini tutto e non si capisca più nulla. Ecco, il clima sta diventando questo, perché questi accumuli di temperatura, che è energia, in qualche modo devono essere sfogati. E si sfogano in questi fenomeni estremi“. Così a Omnibus (La7) il meteorologo Paolo Sottocorona mette un punto deciso nella querelle che in questi giorni vede lancia in resta i negazionisti climatici, le cui tesi sono notoriamente rappresentati da alcuni quotidiani nazionali come La Verità e Libero.

Circa le precipitazioni e i temporali, Sottocorona spiega: “I fenomeni estremi come le supercelle e i downburst sono noti da tempo ed esistevano anche prima, ma erano piuttosto rari. Che al Nord si siano verificati con questa frequenza ravvicinata e intensa in giorni successivi è proprio il segno evidente e preciso di un clima che sta cambiando e che, in parte, è già cambiato“.
E avverte: “Se l’anno prossimo sarà un anno normalissimo dal punto di vista meteorologico, ci sarà sicuramente qualcuno che dirà: ‘Avete visto? Non è vero niente’. Non è così. Il fatto che questi fenomeni siano più frequenti fa sì anche che possano avere una pausa o una inversione per un anno ma la tendenza è quella. Su questo ci dobbiamo confrontare. Cosa vogliamo fare del nostro futuro?“.

Il meteorologo infine smentisce un refrain dei quotidiani che negano il cambiamento climatico, come Libero, che oggi cita le bufere e i roghi avvenuti nel 1967 e nel 1982: “Uno può anche dire che nell’800 in un certo giorno ha piovuto tantissimo. Sì, ma i record di temperature, di precipitazioni e di qualunque altro fenomeno duravano 30, 40 o 50 anni e quindi per casualità c’era un anno in cui succedeva un evento più intenso. E questo è normale – conclude – Ma i record di temperature in Italia negli ultimi 20 anni, a partire dal 2003, sono stati battuti almeno 10 volte, cioè con una cadenza biennale. E questo non è un caso. Un anno caldissimo e un anno freddissimo sono un caso, ma non una serie di annate sempre più calde con fenomeni sempre più intensi, perché tre indizi fanno una prova. E noi la prova del cambiamento climatico ce l’abbiamo“.

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