Il negazionismo sul clima “mi fa paura perché si rischia di generare alibi”. Luca Zaia chiede di porre fine allo “scontro ideologico” sul cambiamento climatico perché “per vincere questa sfida serve un movimento ampio, che vada oltre gli steccati politici. Non possiamo lasciare soli i ragazzi a combattere per l’ambiente”. Il presidente del Veneto ne parla in un’intervista a Repubblica dopo che la sua Regione è stata vessata da nubifragi e grandinate. Eppure, proprio a destra, nel suo schieramento politico, la negazione degli effetti dell’uomo sul clima trova più proseliti: “Io non do tutte le colpe ai cambiamenti climatici – spiega Zaia – Però il negazionismo mi fa paura”.
Il ragionamento del governatore leghista: “Se diciamo che possiamo lasciare tranquillamente il motore dell’auto acceso per tutta la notte, finisce che tutti lo fanno. Insomma, non possiamo far finta di nulla. Al di là dello scontro ideologico, servono soluzioni: affrontiamo il problema”, è il suo appello. I danni in Veneto sono di “almeno un centinaio di milioni”, dopo “otto giorni di pioggia e grandinate, raffiche di vento a 180 chilometri orari. L’effetto, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti”, sottolinea il governatore. Che, come era stato per il Covid, si posiziona contro il negazionismo.
“Credo che il cambiamento climatico sia nell’ordine delle cose. Non esiste l’immobilità nel clima: i dinosauri scomparsi, i fossili marini in montagna, l’innalzamento della crosta terrestre. Non sono uno scienziato ma questi sono dati oggettivi. E l’uomo preme sull’acceleratore“, aggiunge Zaia. Tra le contromisure, secondo il presidente del Veneto, serve innanzitutto “un investimento culturale“. Quindi “puntare ancora più forte sulla transizione energetica, quando purtroppo ci sono alcuni Paesi come la Cina che inquinano senza regole”. “Vede – continua Zaia – io credo che non dobbiamo lasciare ai ragazzi la battaglia sul clima, dobbiamo farlo insieme questo percorso. Altrimenti creiamo pure un conflitto generazionale che non aiuta”.
Zaia rifiuta ogni tipo di accostamento a Greta Thunberg (“non è condivisibile per il suo approccio”) ma chiede invece alla politica, implicitamente al suo centrodestra, di creare “una no fly zone, un posto dove non scontrarsi, dove si possa collaborare senza posizioni precostituite. Anche perché questo problema tocca da vicino il nostro modello sociale ed economico“. Gli effetti dei fenomeni estremi che hanno devastato il Veneto e il resto dell’Italia sono l’ennesimo monito: “Se cadono grandinate come quelle di questi giorni, se ti va bene ti rovinano una macchina, ma se ti va peggio ti compromettono un’attività economica. Oppure finisci in ospedale“. Da questa esperienza nasce l’appello di Zaia: “Per favore, non dividiamoci su questa emergenza”.