È morta Nayyab Shehzadi, la ragazza di 19 anni di origini pachistane che sabato scorso era stata ripescata, insieme alla cugina e al fratellino, nel fiume Po, dove si era immersa da una spiaggia tra Carmagnola e Carignano, nel Torinese. La giovane da 4 giorni era ricoverata in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell’ospedale delle Molinette di Torino. “È una tragedia”, ha detto il padre ai cronisti presenti. “Ma l’unica cosa che conta sembra essere che mia figlia sia entrata in acqua vestita. La religione non c’entra nulla, i vestiti non c’entrano nulla”, ha ripetuto.

Nayyab Shehzadi, la cugina 20enne e il fratellino 13enne erano entrati nel fiume per rinfrescarsi. Secondo una prima ricostruzione, gli abiti portati dalla 19enne e dalla cugina hanno reso per loro molto difficoltoso tornare a riva. Decisivo l’intervento di un 61enne, che vedendo le due giovani in difficoltà si è tuffato nel Po e le ha portate fuori dall’acqua. Nayyab Shehzadi però aveva già perso conoscenza, per l’acqua fredda ingerita o per un malore. Il personale del 118 è riuscito a rianimarla, poi la corsa in ospedale a Torino. Alle Molinette è stata intubata e tenuta sotto controllo, ma dopo 4 giorni è deceduta.

“L’unica cosa che conta è che adesso mia figlia è morta e io non riesco a capire perché“, ha dichiarato il padre, commerciante di Poirino da 23 anni in Italia, come riporta il Corriere di Torino. “Lei era musulmana – ha spiegato – ma non voleva fare il bagno e doveva entrare in acqua in fretta. Mica doveva farlo nuda? Il bagno vestito l’ho fatto anche io. È successo qualcosa e io non so cosa”.

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