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New York Times: “Massima spinta della controffensiva di Kiev”. Putin: “No, nemico fermato”. Zelensky: “Anche la Crimea sarà liberata”

La massima spinta della controffensiva ucraina è in corso nel sud-est del Paese. La voce arriva dal New York Times, che cita due funzionari del Pentagono, rimasti anonimi. Il racconto parla di “migliaia di rinforzi, molti dei quali addestrati ed equipaggiati dall’Occidente” dispiegati nella battaglia. E l’ipotesi è che Kiev abbia individuato potenziali vulnerabilità nelle linee di difesa delle forze russe o ritenga di averle indebolite abbastanza: in ogni caso, due presupposti per portare un attacco su larga scala. Forse anche per via di questi sviluppi, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel messaggio video diffuso nelle ultime ore via Twitter si è mostrato sicuro: “Possiamo reintegrare rapidamente la Crimea nel tessuto statale dell’Ucraina”. Ricostruzioni e dichiarazioni che il presidente russo Vladimir Putin smentisce: “Il nemico non ha avuto successo in nessuna delle aree degli scontri. Tutti i tentativi di controffensiva sono stati fermati, il nemico è stato punito con pesanti perdite”, ha detto a margine del vertice Russia-Africa a San Pietroburgo, indicando che Kiev ha intensificato i combattimenti e che “l’attacco principale è nella direzione di Zaporizhzhia“.

Secondo il New York Times l’Ucraina ha intensificato l’offensiva, cominciata a giugno nei territori occupati dalla Russia, impiegando nella battaglia al fronte forze fresche, finora tenute in riserva. Il primo successo sarebbe arrivato a Orivik, sud di Zaporizhzhia, e l’avanzata potrebbe ora proseguire da Tokmak. I due funzionari del Pentagono hanno confermato i successi significativi della controffensiva, che finora ha ottenuto risultati inferiori alle aspettative. Lo aveva ammesso lo stesso ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, aggiungendo però che “non c’è da preoccuparsi, perché tutto procede secondo i piani“. Piani che prevedevano, stando alla versione di Kiev, la preparazione del terreno in vista del vero e proprio attacco. Nel quale potrebbero avere un ruolo cruciale i carri armati occidentali ora a disposizione in grandi quantità.

Sul sud dell’Ucraina e in particolare sulla Crimea si concentrano anche le attenzioni di Zelensky: “Ho avuto incontri importanti di preparazione di eventi internazionali per agosto, tra cui la Piattaforma di Crimea – ha detto via social – Stiamo anche preparando un elenco di misure di deoccupazione per la Crimea. Passi completi: sicurezza, economia e sociale”. “La Crimea, come il resto dell’Ucraina sarà libera, libera da tutti i mali russi, a cominciare dai missili russi”, ha aggiunto Zelensky, invitando i russi a “considerare di tornare a casa in Russia mentre il ponte di Crimea è ancora in qualche modo operativo”. La Russia, ha insistito il presidente ucraino, “perderà questa guerra e nessun missile la salverà”.

Nel frattempo anche Mosca continua a colpire sulle coste ucraine: le attrezzature di produzione di uno dei terminal merci del porto di Odessa sono stati danneggiati a seguito dell’ultimo attacco sulla città. Lo scrive su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Kiper: “L’obiettivo degli aggressori erano le infrastrutture portuali”. Nel raid, aggiunge Kiper, è stato colpito anche un edificio amministrativo. Occhi puntati quindi sul Mar Nero: è lì che la Russia potrebbe concentrare la sua offensiva sul grano. Mosca si è già ritirata dall’intesa sull’export bombardando ripetutamente le infrastrutture di stoccaggio dei cereali ucraini, ma ora potrebbe anche causare un incidente ad una delle centinaia di imbarcazioni civili che solcano l’antico Ponte Eusino. Questo è il timore di Ucraino e Nato.