L’obiettivo è sempre lo stesso: salvare la poltrona. Anche a costo di fare calcio insieme a Recep Tayyip Erdogan. La Figc rischiava la grande sconfitta a Nyon: vedersi scippare l’organizzazione degli Europei 2032, su cui il presidente Gabriele Gravina aveva scommesso tutto per rimanere alla guida del calcio italiano. Ecco allora l’escamotage: l’Italia organizzerà gli Europei di calcio insieme alla Turchia del presidente Erdogan. Era l’unico altro Paese candidato per ospitare Euro 2032. La Federcalcio italiana e quella turca hanno inviato una lettera all’Uefa in cui annunciano la volontà di organizzare insieme la manifestazione. Così l’assegnazione prevista per il prossimo 10 ottobre diventerà una pura formalità.
Tutti contenti. Erdogan, dopo la finale di Champions, avrà un altro evento con cui consolidare la sua leadership interna e internazionale. L’ennesima operazione di sportwashing. La Federcalcio italiana invece ha evitato la sconfitta e potrà perfino vantarsi di aver riportato una grande manifestazione calcistica nel nostro Paese dopo i Mondiali di Italia 90. Gravina, dopo la seconda mancata qualificazione degli Azzurri ai Mondiali, non si è dimesso e ha rilanciato con la candidatura a Euro 2032, buona anche per rifare gli stadi italiani. Se il grande affare fosse saltato, anche il presidente della Figc avrebbe dovuto lasciare. Così invece potrà restare al suo posto, anche se la ristrutturazione riguarderà giusto qualche stadio: al massimo saranno cinque.
La retromarcia italiana – Per l’Italia si tratta quantomeno di una mezza retromarcia: a febbraio si era candidata per ospitare da sola Euro 2032. La Federcalcio aveva sbandierato la candidatura come la soluzione perfetta per sollecitare e programmare la costruzione di nuovi stadi e la ristrutturazione di quelli già esistenti. Le 10 città che avrebbero dovuto ospitare le partite erano già state individuate: Milano, Roma, Napoli, Bari, Cagliari, Genova, Bologna, Firenze, Torino e Verona. Il rinnovamento degli impianti è quanto mai necessario, per rendere sostenibile il calcio italiano, ma ora si andrà incontro a un inevitabile ridimensionamento del progetto iniziale, perché circa la metà dei match si disputeranno in Turchia. Per l’Italia sarà quindi come minimo un evento dimezzato: i gironi saranno spartiti tra i due Paesi e invece dei 10 stadi previsti ne verranno utilizzati solamente cinque. Addio agli Europei “ispirati a un Nuovo Rinascimento“, come li aveva presentati il presidente della Figc Gabriele Gravina lo scorso aprile. La rinascita sul fronte infrastrutture, semmai ci sarà, sarà monca.
Il rischio di una figuraccia – Dopo tanti proclami, proprio per via delle carenze degli stadi italiani infatti la Federcalcio stava rischiando la figuraccia. La Turchia ha già rinnovato il proprio parco impianti e per questo, secondo alcune voci, era davanti all’Italia nella corsa per ottenere gli Europei 2032. E ora bisognerà capire quali siano i termini dell’accordo tra Italia e Turchia. Una domanda su tutte: chi ospiterà la finale? Da qui si capirà chi ha dovuto cedere. È sicuro però ch perdere l’organizzazione del torneo per la Figc di Gravina e per il governo italiano sarebbe stato molto peggio che averne la metà, anche a costo di dare vita a una sorta di evento Frankenstein, vista la distanza tra i due Paesi – oltre due ore di volo tra Roma e Istanbul – che hanno pure un’ora di fuso orario di differenza.
I precedenti (differenti) – E questa è l’altra criticità. Certo, non è la prima volta che l’Europeo si svolge in due diversi Stati, ma finora era successo solo tra Paesi confinanti: Belgio e Paesi Bassi nel 2000, Austria e Svizzera per Euro 2008, Polonia e Ucraina nel 2012. L’altra eccezione è stata quella del 2020, poi disputata nel 2021 per via del Covid e vinta dall’Italia: in quel caso l’Uefa aveva dato vita agli Europei itineranti, con match disputati in diversi Paesi. Ma l’esito non era piaciuto ed era stata subito imposta la retromarcia: l’edizione 2024 infatti si disputerà in Germania.
Il mistero sulla spartizione delle partite – “Al termine di un complesso e fruttuoso processo di consultazione, la Federazione Italiana Giuoco Calcio e la Turkish Football Federation hanno deciso di unire gli sforzi proponendo alla Uefa l’organizzazione congiunta di Euro 2032”, si legge nel comunicato ufficiale che conferma la candidatura congiunta. La Figc per giustificare la mossa cita appunto i precedenti (che però sono differenti) e pure la candidatura di Regno Unito e Repubblica d’Irlanda per Euro 2028, altri due Paesi che però sono confinanti. Mentre sul succo della questione – come verranno spartite le partite – resta il mistero: “La selezione delle sedi ospitanti (tra quelle già ufficialmente candidate) e la definizione del match schedule del torneo, su cui le due federazioni propongono una suddivisione su base paritaria nel rispetto dell’autonomia delle reciproche competenze, sarebbero rimandate ad una successiva valutazione“.