Per il terzo trimestre consecutivo dai dati della produzione arriva una doccia fredda per la Germania. Tra aprile e giugno l’economia tedesca non è riuscita a rialzarsi ed è in stagnazione: il Pil infatti non è cresciuto rispetto ai tre mesi precedenti. Mentre il confronto su base annua fa segnare un altro segno negativo: -0,2%. Altri segnali della difficoltà della Germania, che in primavera era entrata in recessione tecnica, dopo due trimestri di crescita negativa. Per questi i quotidiano tedeschi hanno accolto la notizia parlando di “un’estate in recessione” per il Paese che fu locomotiva d’Europa. Al contrario, ora si teme che gli effetti delle difficoltà tedesche nei prossimi mese vadano a ripercuotersi sugli altri Stati europei, Italia in primis.

La stima – Il Pil tedesco è cresciuto dello 0,0% nel secondo trimestre rispetto al trimestre precedente, si legge nella prima stima dell’Ufficio federale tedesco di statistica. L’economia è quindi in stagnazione, dopo un periodo di recessione. Nel primo trimestre del 2023 il prodotto interno lordo della Germania era sceso dello 0,1%, nel quarto trimestre del 2022 era sceso dello 0,4%. Rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, il Pil tra aprile e giugno 2023 è sceso dello 0,6% (ma -0,2% al netto degli effetti dei prezzi e del calendario). E non si vedono all’orizzonte segnali di una ripresa: il clima di fiducia delle imprese tedesche è ulteriormente peggiorato a luglio, come riporta l’indice Ifo, sceso a 87,3 punti, rispetto agli 88,6 punti di giugno. Si tratta del terzo calo consecutivo.

Cresce il debito – Gli alti costi per combattere la crisi energetica e la pandemia hanno portato nel frattempo il debito pubblico tedesco a un livello record. Alla fine del 2022, il governo federale, i Laender, i comuni e le previdenze sociali, inclusi tutti i budget extra, risultano indebitati per 2368 miliardi di euro, come reso noto sempre dall’Ufficio federale di statistica. La cifra corrisponde al due percento o 47,1 miliardi di euro in più rispetto al 2021. Il debito pro capite è aumentato di 244 euro, arrivando a 28.164 euro. Queste statistiche tengono conto solo delle passività verso il settore non pubblico, come banche e società private in Germania e all’estero. Il solo governo federale risulta indebitato con 1620,4 miliardi di euro alla fine del 2022, con un aumento del 4,6%. Le passività degli stati federali, invece, sono diminuite del cinque per cento a 606,9 miliardi di euro. Nonostante il calo, il debito pro capite è rimasto più elevato nelle “città-stato”: Brema, Amburgo e Berlino.

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