Un inno alla vita per esorcizzare la paura della morte. Musica, canti e balli impazzano durante uno dei periodi dell’anno più sentiti in Messico, che commemora chi non c’è più trasformando il ricordo in una festa a colori, tra maschere, dolci e una miriade di offerte
Durante “Los días de los Muertos” il volto di Calavera Catrina sembra vegliare su di voi. Potrete vederlo ovunque: nei panni di una fanciulla, di una madre o di una signora dal sorriso saggio e gentile, le cui rughe risaltano in un trucco pesante che impallidisce le gote, cerchia gli occhi di nero e segna le labbra zigrinandole come profonde screpolature. Si tratta della rappresentazione di un teschio che simboleggia la Morte, incarnata con il sorriso da tutte le donne messicane durante gli ultimi giorni di ottobre e i primi di novembre. “La Catrina” è una delle maschere più note della tradizione popolare, creata dal vignettista José Guadalupe Posada, una figura madrina spesso impreziosita da glitter e ciglia finte, e da un velo finemente decorato come copricapo. Emerge tra la folla ma anche raffigurata nelle opere artistiche, come tanti altri oggetti artigianali immancabili durante la festività, vere e proprie rappresentazioni dell’oscurità fatte con umorismo e ironia. Una risposta tipicamente messicana alla paura dell’indistinto e un omaggio a chi ha lasciato questa Terra, una tradizione di buon auspicio che affonda le radici nel passato, fondendo antichi riti precolombiani e usanze cattoliche. Un rituale tra il sacro e profano che inneggia alla vita, dal 2008 riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
Secondo la credenza “Los Dìas de los Muertos” è un incontro tra i vivi e i morti, un ritorno temporaneo dei defunti che coincide con la fine del ciclo annuale del mais, coltivazione simbolo del popolo Maya. Gli eventi si concentrano tra il 28 ottobre e il 2 novembre, ma in realtà tutto inizia dai primi di ottobre e si protrae fino a fine novembre. Una grande festa per accogliere le anime: i parenti preparano lauti banchetti, ma anche scheletri, teschi e altre figure fatte con dolcissima pasta di zucchero. Nelle case si spargono petali, e si ornano le stanze con bellissime decorazioni floreali dove spunta l’immancabile Tagete (Cempaxòchitl), il corrispettivo del nostro crisantemo. Vengono allestiti veri e propri altari votivi personalizzati, con immagini dei Santi e fotografie del defunto, candele, incensi e un numero indefinito di offerte alimentari e creazioni floreali o artigianali come gli scheletri e i teschi di cartapesta. Da alcuni spuntano i rami dell’albero di mele, simbolo di rigenerazione, quasi a ricordare che ogni oggetto ed elemento decorativo ha un preciso significato.
Lo stesso vortice di colore e creatività invade anche i cimiteri che si trasformano in veri e propri luna park sommersi dalle offerte e animati dall’allegra confusione che ogni famiglia inscena banchettando davanti alla tomba del proprio caro. I luoghi del riposo diventano un’altra dimensione senza peccare di irriverenza blasfema, ed è così che si infrangono le barriere della tristezza e della paura comunicando con l’aldilà: tutto è orchestrato al meglio affinché le anime ritornino in famiglia e portino con sé prosperità e salute. La suggestione di questa festa vi proietterà in una delle tradizioni più sentite del Messico che omaggia la morte e, quasi per paradosso, la gioia di vivere. Events di Made by Turisanda vi offre la possibilità di partecipare a questa esperienza immersiva con un itinerario dedicato a questo evento, unico nel suo genere: 6 giorni in compagnia di una guida locale parlante italiano attraverso il cuore del Paese e i luoghi più significativi a stretto contatto con le comunità locali.
Si parte dall’immensa capitale Ciudad de México, costruita ad alta quota (2.277 metri di altezza) sulle rovine del mito, l’Impero azteco di Montezuma. Durante “Los Dìas de los Muertos” la metropoli si veste a festa, vi servirà qualche istante per capacitarvi dell’atmosfera a tratti surreale che aleggia tra le vie poiché vi ricorderà più un carnevale che una celebrazione per i defunti. Incontrerete schiere di dame “Catrina” che vi affascineranno come le protagoniste di un film di Tim Burton, e riceverete da qualche ambulante teschi di zucchero con sopra il vostro nome: niente paura, è di buon auspicio. Avrete l’opportunità di vivere Città del Messico come non l’avete mai vista, ed immergervi in una realtà quasi parallela rispetto alla consuetudine, in cui emerge il vero spirito dei Messicani. Festa sì, ma senza perdere le mete più significative: durante il soggiorno in città visiterete il Palazzo Nazionale, attuale sede del governo e le cui pareti sono ricoperte dagli affreschi di Diego Rivera, la Cattedrale, mirabile esempio di architettura coloniale, il Templo Mayor, e il Tempio di Santo Domingo dove si “montano” anche le offerte. Si prosegue nel quartiere degli artisti bohémien Coyoacán scoprendo un’altra delle tante anime della città, così quelle dei suoi protagonisti, come il genio immortale di Frida Kahlo nel museo a lei dedicato.
L’itinerario lascia la Città del Messico per esplorare lo Stato messicano di Michoacán, scrigno delle tradizioni e custode delle usanze folkloristiche più autentiche, soprattutto quelle legate ai Giorni dei Morti. Direzione Toluca, ad ovest della Capitale. Qui vi aspetta un’interessante visita alla fiera dell’Alfeñique, per carpire tutte le tecniche alla base della produzione dei dolci che straripano durante la festa, soprattutto i famosi teschi di zucchero. Si prosegue in direzione nord-ovest per visitare Morelia, considerata una delle città coloniali più belle del Messico, nonché Patrimonio Culturale UNESCO per lo splendido centro storico costruito in “cava”, la pietra locale dal tipico tono rosato.
Poco più ad ovest l’incantevole e pittoresca cittadina di Capula, famosa per la lavorazione della ceramica, ancora più suggestiva durante “Los Días de los Muertos”, quando le vetrine dei negozietti vengono allestite a tema e pullulano di bambole e rappresentazioni di Catrine e Catrín, la controparte maschile. Proseguendo sempre in direzione ovest, si raggiunge il suggestivo centro di Patzcuaro, lambito dall’omonimo lago. A detta di alcuni, in questo paese aleggia un’aura di magia, soprattutto in questo periodo dell’anno, quando tra gli edifici di adobe dipinti di rosso e bianco si respira un’aria di festa intrisa di misticismo. Un’atmosfera autentica, a tratti indigena, Patzcuaro si distingue dagli altri centri coloniali della regione soprattutto durante i Giorni dei Morti, ed è proprio qui che si tengono le celebrazioni più suggestive di tutto il Messico.
Tra le ultime tappe di questo viaggio che esplora il cuore del Paese e che vive la potenza evocativa di questa importante festività, non poteva mancare Cuitzeo, situato nel nord dello stato di Michoacán, dove visiterete anche il Convento di Santa Maria Maddalena, un gioiello architettonico tra i più belli del Paese, riconoscibile dall’elegante stile rinascimentale e plateresco. Dai luoghi della fede vi immergerete nella natura suggestiva della regione dei laghi di Patzcuaro, quasi fosse un richiamo pagano, un passaggio ricorrente nel credo messicano, commistione di rituali precolombiani e cristiani. Qui salperete per l’isola di Janitzio, la più grande delle cinque terre emerse dalle acque placide e scure del lago Pátzcuaro, un Avalon messicano che durante “Los Días de los Muertos” si trasforma veramente in un altro mondo, tra colori, profumi, balli e canti di una comunità tanto unita nella vita terrestre che nell’aldilà.