La Soprintendenza verso il vincolo a San Siro, l’Inter pensa a Rozzano, il Comune di Milano è terrorizzato. È questo, in estrema sintesi, il contenuto di una giornata che rischia di cambiare per sempre la storia del calcio a Milano e che si è aperta con la notizia delle intenzioni del club nerazzurro di costruire lo stadio di proprietà in un comune limitrofo, esattamente come vuol fare il Milan. E dopo l’annuncio è arrivata la presa di posizione di Palazzo Marino, che di fatto ha detto due cose: che la Soprintendenza blinderà il Meazza e che se questo avverrà ci saranno problemi enormi per il pallone cittadino. Con ordine.

In attesa di capire cosa sarà dello stadio San Siro, Bastogi e Brioschi Sviluppo Immobiliare hanno annunciato ufficialmente – come sui legge in una nota ufficiale – che Infrafin (società interamente posseduta da Camabo, il cui capitale è detenuto da Bastogi per il 51% e da Brioschi per il restante 49%) ha concesso a F.C. Internazionale Milano un diritto di esclusiva fino al 30 aprile 2024, finalizzato a verificare la possibilità di realizzare uno stadio e alcune funzioni accessorie all’interno dell’area di proprietà di Infrafin in comune di Rozzano, nell’hinterland sud di Milano. L’operazione quindi si inquadra nella più ampia strategia del club, che, in attesa delle decisioni della Soprintendenza sul Meazza, intende procedere su un doppio binario: da un lato la società pensa di portare avanti il discorso di San Siro (la Soprintendenza è stata chiamata a esprimersi sulla possibilità di sottoporre a vincolo il secondo anello, che compirà 70 anni nel 2025, e il parere è atteso nelle prossime settimane), dall’altro ha aperto una pista alternativa, guardando appunto all’area nel comune di Rozzano.

Si tratta di un piano molto simile a quello dell’altra società milanese, il Milan, che dopo varie ipotesi sembra aver individuato a San Donato l’area per far sorgere il proprio impianto. Sia per quanto riguarda i nerazzurri che per i rossoneri resta da capire se le aree scelte per gli stadi di proprietà siano realmente un piano B. La situazione, del resto, è sempre più ingarbugliata. Tutto dipenderà, come detto, dalla decisione della Soprintendenza sul vincolo al secondo anello: qualora dovesse diventare realtà, il progetto di abbattere e ricostruire San Siro cadrebbe per sempre, con i due club che vedrebbero svanire tutti i loro progetti di sviluppo collegati al nuovo impianto. E l’ipotesi del sì al vincolo, a quanto pare, è tutto fuorché remota. In questo contesto si inserirebbero i piani B di entrambe i club, costretti a trovare subito alternative fattibili, con il paradosso che l’area di Milano si troverebbe ad avere addirittura tre stadi: il vecchio San Siro e i due nuovi impianti dei club. Si tratterebbe di un problema enorme per il Comune, costretto a inventarsi qualcosa per non convivere con spese di gestione insormontabili. Tra gli addetti ai lavori, inoltre, si parla anche di un’altra ipotesi, ovvero che Milan e Inter abbiano reso noto i rispettivi progetti a San Donato e Rozzano proprio per costringere Palazzo di città a venir loro incontro sul futuro di San Siro. Comunque andrà la vicenda, la certezza al momento è solo una: la Soprintendenza dovrà prendere una decisione che rischia di stravolgere il pallone milanese.

Ne è ben consapevole il Comune meneghino, che dopo la nota in cui si dà notizia delle intenzioni dell’Inter dei costruire lo stadio a Rozzano, ha fatto sapere che “non è ancora pervenuta una comunicazione ufficiale da parte della Soprintendenza, ma sembrerebbe ormai acclarata la scelta per un ‘vincolo culturale semplice’. Vincolo che di fatto impone, in concreto, che lo stadio rimanga lì dov’è”. Il progetto di un nuovo stadio presentato dai due club calcistici milanesi, ha ricordato Palazzo Marino, contemplava l’abbattimento dell’attuale impianto: “Se confermata, la decisione della Soprintendenza avrebbe conseguenze gravi non solo per il futuro dello stadio e per la sua sostenibilità economica, ma anche perché ridurrebbe di molto le possibilità che le squadre restino a Milano con un nuovo impianto”.

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