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Aisha, la beauty influencer che ha fatto coming out come donna trans: “Ora ho perso dei privilegi. Ho pensato al suicidio, la psicoterapia mi ha salvato”

"La mia famiglia non è una delle più aperte del mondo, sono dei marocchini musulmani hanno vissuto una vita molto semplice, però non mi hanno mai vietato di esprimere me stessa finché ero piccola. È quando sono cresciuta che sono iniziati i problemi perché bene o male, finché sei bambino nessuno si scandalizza, ma quando diventi un adolescente, in provincia di Cremona, che si trucca.. ecco di fatto diventi un problema", poi il racconto del tentativo di stupro che ha subito in treno, il difficile rapporto con il papà e la frecciatina contro il Governo di Giorgia Meloni

di Paolo Aruffo

Questo è uno di quegli articoli per cui vale spendere qualche minuto del proprio tempo. Non perché il sottoscritto abbia chissà quale abilità d’esposizione, bensì per il tema trattato. Ci spieghiamo: tra pregiudizi e fondate perplessità, i social spesso vengono visti negativamente. Se si tratta di TikTok, poi, neanche stiamo a parlarne. Non bisogna però fare di tutta l’erba un fascio, si sa. I social possono essere anche il terreno fertile per inviare messaggi positivi e di inclusione, specialmente ai più giovani che, a dir la verità, sono spesso ben più aperti rispetto alle generazioni dei loro genitori e ancora più dei loro nonni. Per questo a loro non susciterà alcuna sorpresa la notizia di Salacca, diventata ora Aisha, beauty influencer da 818mila follower solo su TikTok (e ben 111.6 milioni di ‘mi piace’) che di recente ha fatto coming out come donna trans. Ma d’altronde neanche il nostro scopo è quello di creare sorpresa o scalpore, ma semplicemente di raccontare una storia. A farlo, in realtà, è stata di recente la stessa creator via social. “Ciao, sono Aisha Sarah El Ayoubi e sono una donna transgender. Sono qui per raccontarvi la mia storia”, esordisce.

Poi un sospiro e il lungo discorso personale: “Sono nata qui in Italia nel 2002 da genitori marocchini, una famiglia musulmana. Sono cresciuta in una famiglia di donne caotiche e, quando ero piccola, si vedeva che io vivevo in modo passivo il caos che c’era in casa mia. Infatti si notava di me che ero molto più sensibile rispetto agli altri bimbi maschi ed ero sempre quella che voleva giocare a giochi tranquilli, che piangeva e voleva più coccole. Quando andavo a scuola, queste caratteristiche non piacevano molto alle persone perché erano caratteristiche femminili e io ero un maschio. Di conseguenza, quando volevo truccarmi o mettermi i vestiti di mia madre sapevo che era sbagliato perché i maschi fanno le cose da maschi e le femmine le cose da femmine. Quindi dovevo farlo di nascosto. Io avevo già un ruolo e un compito che qualcun altro aveva deciso per me, prima che io nascessi”.

A quel punto, parlando della situazione familiare, rivela di essere cresciuta in un’ambiente che non accettava altro se non l’eterosessualità: “La mia famiglia non è una delle più aperte del mondo, sono dei marocchini musulmani che vivono e hanno vissuto una vita molto semplice, però non mi hanno mai vietato di esprimere me stessa finché ero piccola. Mi compravano bambole, guardavo le Winx e potevo anche essere emotiva. È quando sono cresciuta che sono iniziati i problemi perché bene o male, finché sei bambino nessuno si scandalizza, ma quando diventi un adolescente, in provincia di Cremona, che si trucca… ecco di fatto diventi un problema”. “A parte qualche ‘froc*o’ nei corridoi, non ho mai subito grandi atti di bullismo – continua a spiegare -. Ho vissuto un’adolescenza tutto sommato serena, anche se nel 2014 mio padre ci lasciò per andare a vivere da solo in Marocco e mia madre, a quei tempi, aveva ancora due figli a suo carico. Erano periodi difficili economicamente, ce la passavamo veramente male ma mia madre ha una forza e un amore smisurato per i figli e in qualche modo è sempre riuscita a rialzarsi da sola, finché nel 2018 mio padre torna a vivere con noi“. Quindi la tiktoker seguita a raccontare: “Io faccio coming out con mia madre come ragazzo gay, all’inizio non la prende tanto bene perché faceva finta di non ricordarsi che io fossi attratta dagli uomini. Questo mi faceva male ma con gli anni ha iniziato a interessarsi un po’ di più. Non troppo, però io comunque lo apprezzo. Ma tornando a me, nel 2021, alla fine del quinto superiore, ho mezzo milione di follower sui social e su Instagram ho una rubrica dove affronto argomenti tabù con la mia fanbase, cercando di creare un dibattito sano. Quando parlai d’identità di genere allora mi domandai: ‘Aspetta, ma il mio sesso corrisponde alla mia identità di genere?’ E quindi cominciai a dare un nome a tutti i dubbi con cui ero nata. Spesso finché non diamo un nome alle cose, queste non esistono. Quindi iniziai a truccarmi più pesante, a fare la ricostruzione alle unghie, a comprare i vestiti nel reparto delle donne. E finalmente iniziavo a sentirmi bene“. Aisha inizia a stare bene e a vivere la sua vita diversa e, conseguentemente, nuova. In questo modo si trova ad affrontare problematiche a lei prima sconosciute: “Ho sempre vissuto con il privilegio di essere uomo fino ai 19 anni, quindi potevo uscire da sola, vestirmi come volevo ed essere presa sul serio. Durante la transizione ho perso alcuni di questi privilegi, anche se ho scelto comunque il percorso che sto facendo a dimostrazione del fatto che, rimanendo dov’ero sarebbe stato più facile ma non sarei stata più felice”.

IL TENTATIVO DI STUPRO SUBITO IN TRENO E IL PERCORSO DI TRANSIZIONE: L’ULTIMA PARTE DEL RACCONTO
Quindi il racconto si fa più intenso e ancora più delicato: “Arriviamo alla notte tra il 12 e il 13 gennaio 2023 – afferma, non senza qualche esitazione -. Ero a Milano per un evento di lavoro e dovevo tornare a casa in treno ma purtroppo lo cancellarono e dovetti prendere l’ultimo, dopo la mezzanotte da Milano Centrale a Treviglio e, senza entrare nel dettaglio, su quel treno un uomo ha cercato di violentarmi due volte”. Una pausa. Poi torna a parlare: “Due tentativi di stupro che durarono 10 minuti circa, davanti all’indifferenza delle mie grida e davanti a un sacco di uomini che le ignoravano, penso che quei 10 minuti siano stati lunghissimi. L’uomo alla fine è riuscito a scappare grazie ad un ragazzo che ha chiamato aiuto. La mattina dopo sono andata a denunciare ma nessuno ha fatto niente”. Qualche lacrima, che asciuga con un fazzoletto. Infine l’ultima parte del discorso: “Da quell’episodio ho passato un brutto momento della mia vita, avevo anche un padre violento e cominciai a pensare al suicidio, non sapevo gestire tutte quelle emozioni. Fortunatamente qualche giorno prima dell’accaduto avevo prenotato una visita dalla psicologa, con cui ne ho parlato. [..] Nonostante io ancora stia pagando le conseguenze di quell’evento, io sono contenta di poter dire che la psicoterapia mi ha salvato la vita. Ho fatto anche la mia prima visita endocrinologica per iniziare il percorso di transizione, che però non sta andando bene perché in Italia le persone trans sono le ultime ruote del carro. Poi ho fatto coming out come donna transgender con amici e colleghi che non l’hanno presa con sorpresa, però per me è stato come togliere un peso di dosso. Essere una donna araba e transgender è tosta, però aver fatto coming out con mia madre mi ha dato un grande sollievo”. Poi in un video successivo ci tiene a precisare: “Qualcuno mi ha detto che ho foto coming out per fama, ma io non ho semplicemente fatto quello, io ho raccontato la mia storia parlando di diversi temi. Sarebbe meraviglioso se nella nostra società non fosse più necessario fare coming out ma la verità è che questa qui è solo una teoria. Noi nel concreto dobbiamo farlo, specialmente le persone trans. Il percorso di transizione? Non sono sotto terapia ormonale, è una cosa che vorrei fare ma considerate inoltre che ero in cura in un centro che ha chiuso all’improvviso, senza avvisare i pazienti. Di conseguenza ho dovuto ricominciare tutto da un’altra parte, la mia prima visita sarà ad ottobre. Purtroppo è l’unico centro a Milano, ovviamente neanche il Governo di estrema destra che c’è adesso credo abbia l’intenzione di stanziare dei fondi al riguardo. Purtroppo dobbiamo arrangiarci”.

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