Dopo Giulia De Lellis, un’altra influencer è finita sotto i riflettori per una polemica scoppiata questa volta dopo un’impresa sportiva documentata sui social. Si tratta di Giulia Calcaterra, ex Velina di Striscia la notizia (nell’edizione 2012-2013, insieme ad Alessia Reato), oggi influencer da oltre 1 milione di follower solo su Instagram, specializzata nel mondo “action”, tra sport estremi, viaggi e adrenalina. “Sono malata di adrenalina”, ha ammesso in un’intervista. Ed ecco perché spesso si cimenta in imprese “al limite”, l’ultimo dei quali è un lancio con il paracadute sulle Dolomiti che ha innescato la reazione clamorosa degli ambientalisti e dello scrittore Mauro Corona.
GIULIA CALCATERRA NEL MIRINO PER IL LANCIO SULLE DOLOMITI
Ma cos’ha acceso la polemica che tiene banco in queste ore? Tutto è cominciato quando Giulia Calcaterra ha mostrato sui social il lancio con il paracadute sulle Dolomiti. “L’ex velina, in compagnia di quattro amici, si è fatta trasportare su un elicottero della Elicampiglio/Heliunion per raggiungere la cima di Torre Trieste del Gruppo del Civetta nel bellunese. Una volta sorvolata la vetta Calcaterra ha eseguito quattro rotazioni per quattro salti tutti in successione”, ricostruisce il dorso veneto del Corriere della Sera. Le reazioni dei suoi follower? Nella stragrande maggioranza molto positive, anche se non manca qualche critica sporadica, cui per altro l’influencer spesso risponde. Ma l’affondo più duro è arrivato dall’associazione di protezione ambientale Mountain Wilderness Italia, che si è definita sconcertata dalla scelta della Calcaterra.
LA REZIONE FURIBONDA DEGLI AMBIENTALISTI
Ad innescare la reazione furibonda è stato soprattutto l’utilizzo dell’elicottero per raggiungere il punto del lancio, visto che le Dolomiti sono state riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. “L’uso dell’elicottero ha un forte impatto ambientale in termini di inquinamento acustico, atmosferico e conseguente disturbo della fauna selvatica. Evidentemente per la nostra Calcaterra sono tutti dettagli trascurabili. Non ci stupiamo, basta una veloce occhiata al suo profilo Instagram con 1 milione di follower per farsi un’idea dello stile e dell’approccio che contraddistingue le sue ‘avventure’”. Il sospetto avanzato da Mountain Wilderness Italia è che l’autorità aeroportuale non fosse stata informata dell’impresa: “L’uso di un elicottero in una zona così delicata richiede il rispetto di precise normative e regolamenti. Il piano di volo va tassativamente comunicato, vanno rispettati orari e piazzole di decollo e atterraggio. Ci chiediamo se la compagnia di elicotteri avesse veramente tutti i permessi per sorvolare Torre Trieste”. Per l’associazione, il lancio con il paracadute non sarebbe stato un problema “se la cima fosse stata raggiunta con mezzi leali. L’azione di Giulia viene percepita da alcuni come avventurosa, ma la realtà è ben diversa. Ogni azione irresponsabile può danneggiare irreparabilmente l’ambiente e la cultura di un luogo, creando un precedente che veicola un messaggio devastante: ‘metto mano al portafoglio e posso salire su tutte le cime delle Dolomiti”.
MAURO CORONA CONTRO L’EX VELINA
Nella polemica è entrato a gamba tesa anche Mauro Corona, scrittore, alpinista e opinionista fisso di Cartabianca, che non si contiene e definisce “pagliacciate” le gesta dell’ex velina. “Non c’è una legge che impedisca queste pagliacciate, che protegga il silenzio della montagna: è diventata un luna park. Avesse scalato una vetta l’avrei rispettata”, spiega Corona. Che lancia un appello alle istituzioni chiedendo delle norme che tutelino le Dolomiti “utilizzate sempre più spesso come ‘parco avventura’ per imprese da postare sui social”.
LA RISPOSTA DELLA SOCIETÀ DI ELICOTTERI
Se la diretta interessata continua a tacere (per ora), una risposta è arrivata dalla compagnia di elicotteri, la Elicampiglio, che precisa: “Non siamo degli sprovveduti, la nostra azienda opera dal 1993 e siamo dei professionisti. La comunicazione è stata inviata e abbiamo fatto trasporto passeggeri da sotto a sopra”. Poi spiega: “C’è una legge provinciale che vieta trasporto passeggeri sopra i 1600 metri in Trentino, perché vogliono tutelare le montagne. Se la legge lo permette noi lo facciamo, nel rispetto delle regole”.