Caldo torrido con temperature sopra i 37°? Siamo di fronte a una condizione limite che altera il nostro sistema di termoregolazione e quindi una corretta sudorazione. Di fatto, una ridotta ventilazione e l’elevata umidità (più del 60-70%) non consentono all’organismo di disperdere il calore in eccesso con la sudorazione e di mantenere la temperatura del corpo intorno ai 37°C. Quando questo accade, come durante le ondate di calore, la temperatura del corpo aumenta troppo (ipertermia) causando potenziali danni alla salute. Per esempio, vasodilatazione periferica e riduzione della pressione sanguigna, forte sudorazione e tachicardia. Con forte senso di stanchezza.

La perdita di acqua e di sali provoca un malessere generale che può sfociare nella sindrome del colpo di calore. Chi è più esposto sono i bambini e gli anziani che hanno un sistema di termoregolazione meno pronto ed efficace a gestire forti cambiamenti di temperatura e situazioni di emergenza; ma anche chi presenta una pressione bassa o alta. Inoltree, la tendenza alla ritenzione del calore aumenta anche nelle persone in sovrappeso o in caso di stress, disidratazione, convalescenza.

Prevenire i colpi di calore
L’ora per uscire. La regola più semplice per non rischiare un colpo di calore è non esporsi ai raggi solari nei momenti più caldi della giornata. Come suggerisce l’Iss, le ore migliori per uscire di casa sono fino alle 11 di mattina e dopo le 18 di sera, se possibile in aree verdi, in zone di ombra e anche vicino a fontane, fiumi o laghi. È bene poi bagnare spesso la testa, e rinfrescare tutto il corpo, facilitando così la termoregolazione esterna.

Attenzione all’outfit. No ai vestiti stretti o pesanti e di colore scuro (che attira i raggi del sole); da scegliere quindi abiti chiari, comodi e leggeri composti da fibre naturali, come cotone e lino: non impediscono la traspirazione e non favoriscono l’aumento della temperatura del corpo.

Attività fisica. Non bisogna mai farla nelle ore centrali del giorno, specie quando all’alta temperatura si somma anche un elevato tasso di umidità.

Cibi amici: come suggerisce il dottor Paolo Pigozzi, medico nutrizionista, “Nelle giornate afose e soprattutto se costretti a soggiornare a lungo fuori casa esponendosi maggiormente all’azione disidratante dei raggi solari, come durante i viaggi oppure in spiaggia o trafficando nell’orto o nel giardino, la frutta fresca è il cibo migliore. Per le sue qualità reidratanti, la ricchezza di minerali e la presenza di modeste quantità di carboidrati, la frutta di stagione (es. anguria, melone, pesche) può anche costituire l’unico alimento della giornata. Da evitare l’alcol (grande vasodilatatore) e cibi grassi e troppo proteici perché aumentano la produzione di calore”.

Interventi immediati

Un effetto della stanchezza da caldo può essere un giramento di testa e svenimento. Tutto inizia da una sensazione di malessere generale. La persona si sente “la testa vuota”, con l’impressione che gli oggetti ruotino attorno. Se poi compaiono sintomi come febbre, nausea, sete intensa, crampi, confusione mentale, è bene chiamare la guardia medica o il 118. E nell’attesa:

  • portare la persona in un luogo fresco e ventilato;
  • distenderla con le gambe sollevate rispetto al resto del corpo. La posizione orizzontale elimina la forza di gravità sull’afflusso di sangue al cervello e facilita la sua ripresa, mentre la testa deve stare spostata lateralmente per evitare la caduta all’indietro della lingua e il conseguente soffocamento;
  • slacciarle eventuali vestiti stretti;
  • raffreddare il corpo e la testa con panni bagnati o immergere il corpo in una vasca di acqua fresca (ma non troppo fredda);
  • Una credenza popolare indica in questi casi di strofinare il corpo con l’alcol. Niente di più sbagliato: potrebbe raffreddarlo troppo rapidamente e provocare uno sbalzo termico pericoloso;
  • fare bere acqua non troppo fredda a piccoli sorsi o bevande arricchite di sali minerali;
  • infine, non somministrare farmaci per abbassare la febbre (antipiretici), senza aver consultato il medico.
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