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Apocalisse di zombi, uno studio rivela le province italiane con la più alta probabilità di sopravvivenza

L’elenco delle località più sicure è stato stilato da Rentola, una piattaforma immobiliare internazionale tutta dedicata agli appartamenti in affitto

di Simona Griggio

Arriveranno prima o poi anche qui gli zombi a inseguirci con il loro sguardo ebete, le palle degli occhi vuote, i denti marci e il sangue raffermo? “Zombie Apocalypse” è il nome di uno studio, scientifico nella metodologia avveniristico nei contenuti, sulle probabilità di sopravvivenza in Italia, provincia per provincia, di fronte a un attacco zombi.

Perché proprio loro e non gli alieni?

Gli zombi si sono organizzati. Da quando sono entrati di prepotenza sul grande schermo (e nell’immaginario collettivo) nel 1968 con La notte dei morti viventi del maestro dell’horror George Romero, hanno fatto passi da gigante. Non più lenti, inebetiti, guidati solo dall’incontrollabile necessità di nutrirsi. Sono diventati velocissimi, organizzati, quasi invincibili come quelli di World War Z con Brad Pitt. Festeggiano pure una festa nazionale, l’8 ottobre. È il World Zombie Day, una giornata tutta dedicata al culto dei non-morti.

Insomma: bisogna iniziare a prepararsi ad affrontare l’ormai inevitabile Apocalisse Zombi. Ma quale è il luogo, in Italia, dove sperare di sopravvivere? L’elenco delle località più sicure è stato stilato da Rentola, una piattaforma immobiliare internazionale tutta dedicata agli appartamenti in affitto. Uno studio strutturato, con tanto di disegnini che aiutano a capire, per esempio, che lo zombi senza gambe riesce persino a salire sul tetto di casa nostra e a spiarci dalla finestra.

Stiamo, ovviamente, parlando di una trovata promozionale. Di una campagna tutta giocata sul filo dell’assurdo, sulla previsione di un’eventualità che (speriamo) non si verificherà mai. D’altronde una comunicazione caratterizzata da humor bizzarro, un po’ nero e autoironico (vedi il caso Taffo) è diventato negli anni una interessante cifra pubblicitaria. Un linguaggio universale, visto che la stessa proposta è stata fatta anche per il mercato tedesco.

Però questo è anche il modo di studiare il Paese attraverso parametri precisi: vulnerabilità, nascondigli, scorte, sicurezza e mobilità. Tutti dati ufficiali derivati dalle statistiche Istat. Così questo stravagante studio diventa anche un test sull’Italia, con tutte le sue peculiarità.

Anticipiamo i risultati. Qual è la provincia italiana da preferire se le cose si mettessero davvero male, con orde di non morti pronti ad attaccare (e a mangiarsi) i viventi? “Secondo i nostri studi – scrive Rentola – Ravenna si piazza al primo posto come la provincia più anti-zombie d’Italia”.

La Lombardia non è messa bene: “Le tre posizioni più basse spettano a Milano e dintorni. Varese è il fanalino di coda. Ma altrove va peggio: “Anche alcune aree del Centro-Sud sarebbero a rischio: Teramo, Napoli e Roma formano un triangolo geografico simile al triangolo delle Bermuda, nel quale non è consigliabile avventurarsi”.

Roma, la capitale? “È uno dei luoghi più vulnerabili in Italia. Si classifica terzultima, ottenendo punteggi molto bassi nella maggior parte delle categorie. A causa dell’altissima densità di popolazione, la città soffrirebbe di una rapidissima diffusione del virus”.

E allora, dov’è preferibile spostarsi per salvare le penne? “Quattro delle prime dieci province si trovano a nord-est della penisola. Province come Trieste, Belluno, Reggio Emilia e la già menzionata Ravenna ottengono punteggi piuttosto buoni in varie categorie, soprattutto per la loro posizione strategica”.

Quali sono i pregi? “Da un lato, il confine naturale delle Alpi proteggerebbe dalle minacce a Nord, mentre il Mare Adriatico farebbe da scudo per gli zombie provenienti da Sud-Est. Tutta la zona che va da Verona a Udine può essere non solo molto piacevole da abitare, ma potrebbe anche salvarti la vita”, spiega ancora Rentola.

E allora analizziamoli, questi parametri sui quali si impernia lo studio anti-zombie. C’è la vulnerabilità: se siano località già predisposte a un’alta percentuale di malattie croniche nella popolazione e se esista un alto indice di rischio catastrofi. Poi è stata valutata la presenza di nascondigli, cioè di alloggi defilati, fattorie e di aree verdi.

Per sopravvivere all’impeto degli zombi bisogna fare anche scorte adeguate. Considerato che in una circostanza del genere supermarket e centri commerciali probabilmente rimarrebbero più chiusi che a Natale, ci vogliono terreni per coltivare.

E poi, mica ci si può difendere a mani nude. Servono carburante per i mezzi, armi, medicinali adeguati vestiti. Evitare i tacchi alti. E armi adeguate. Non solo negozi specializzati, ma anche basi militari per organizzare la resistenza.

Ultimo parametro: la mobilità. Quali sono le probabilità di fuggire rapidamente dalla provincia? Quanto bene è connessa in quanto a strade e ferrovie?

Per ora consoliamoci. L’Apocalisse Zombi esiste ma è solo un gioco. Una serie di appuntamenti sempre più diffusi per la Penisola. E adesso anche una proposta televisiva. L’8 agosto parte su Netflix il primo reality al mondo a tema, ambientato a Seoul. Si chiama Zombiverso e ha protagonisti dieci concorrenti che pensano di partecipare a un a reality show di appuntamenti. Si ritroveranno invece in una città invasa dagli zombi. Tranquilli, sono solo attori. O no?

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