Unione europea e Stati Uniti si schierano con l’Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale che ha lanciato un ultimatum di 7 giorni ai golpisti che hanno preso il potere in Niger, minacciando anche un intervento militare per riportare al comando il governo del presidente destituito Mohamed Bazoum. Un invito che, al momento, non trova la sponda, come prevedibile, degli uomini dell’autoproclamato leader Abdourahamane Tchiani che hanno invece sfruttato il sentimento anti-francese esploso nel Paese denunciando la presunta ingerenza di Parigi e il suo tentativo di “intervenire militarmente” per rimettere in carica il presidente destituito. “In linea con la sua politica di ricerca di modi e mezzi per intervenire militarmente in Niger, la Francia, con la complicità di alcuni nigerini, ha tenuto una riunione presso la sede della Guardia nazionale del Niger per ottenere le necessarie autorizzazioni politiche e militari”, si legge nel comunicato dei golpisti che intanto continuano la repressione nei confronti degli esponenti del governo esautorato: sono infatti stati arrestati quattro ministri, un ex ministro e il leader del partito del presidente. La ministra degli Esteri francese Catherine Colonna smentisce: “È falso, non bisogna cadere nella trappola”, ha dichiarato alla tv Bfm, sottolineando che è ancora “possibile” riportare il presidente destituito Mohamed Bazoum alle sue funzioni. “È necessario perché queste destabilizzazioni sono pericolose per il Niger e i suoi vicini”, ha concluso ricordando che il presidente Emmanuel Macron “segue attivamente la situazione in corso” e ha parlato con Bazoum e altri leader africani.
Lunedì mattina sono stati arrestati il ministro del petrolio Mahamane Sani Mahamadou, figlio dell’ex presidente Mahamadou Issoufou, e il ministro delle miniere Ousseini Hadizatou. I golpisti hanno anche “arrestato il presidente del Comitato esecutivo nazionale del Pnds, Fourmakoye Gado. Questo segue gli arresti del ministro dell’Interno e del Decentramento, Hama Amadou Souley, del ministro dei Trasporti, Oumarou Malam Alma, e del deputato ed ex ministro della Difesa, Kalla Moutari“, ha dichiarato il partito. Gli arresti arrivano in un momento in cui la nuova giunta ha rilasciato una dichiarazione in cui invita “tutti gli ex ministri e i direttori delle istituzioni a restituire ai vari dipartimenti e direzioni ministeriali tutti i veicoli ufficiali messi a loro disposizione” entro lunedì. Inoltre i golpisti hanno vietato l’esportazione di oro e di uranio verso la Francia.
Intanto gli Stati Uniti fanno sapere di essere al fianco dell’Ecowas “nel difendere l’ordine costituzionale in Niger. Il governo legittimo e democraticamente eletto deve essere immediatamente reintegrato”. La stessa posizione è stata esplicitata da Bruxelles, con l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell: “L’Ue sostiene tutte le misure adottate da Ecowas come reazione al colpo di Stato avvenuto in Niger e le appoggerà rapidamente e con decisione”, ha scritto in un tweet. “È importante che la volontà popolare espressa attraverso le elezioni venga rispettata”. Sulla situazione lunedì è intervenuto anche il ministro della Difesa italiana Guido Crosetto, che ha scoraggiato ogni tipo di azione militare occidentale: “Un intervento fatto da europei bianchi per andare ad incidere in una cosa interna rischierebbe secondo me di avere effetti deflagranti. Si cammina sulle uova e ogni atto bisogna valutarlo tre volte per quello che può essere l’effetto. Va bene mantenere i contingenti europei affinché la situazione non deflagri e diventi una guerra sanguinosa, ma è il momento di ragionare: abbiamo ferite nel mondo che nascono da accelerazioni non ragionate. Secondo me la situazione è recuperabile senza interventi troppo duri. Ci sono ancora troppi elementi da giudicare per muoversi, altrimenti rischiamo di fare i cowboy, nel saloon in quella parte dell’Africa non possiamo permetterci altri terremoti”.
Il primo Paese a prendere un provvedimento concreto nei confronti del Niger è però la Germania che ha annunciato di aver “sospeso la scorsa settimana tutti i pagamenti al governo locale. Questa mattina è stato inoltre deciso di interrompere il lavoro bilaterale per lo sviluppo”. Anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha ricordato che “l’Ue e il Niger condividono profondi legami sviluppatisi nel corso di decenni. L’attacco inaccettabile al governo democraticamente eletto mette a rischio questi legami. Sostengo le decisioni dell’Ecowas e il suo ruolo attivo per un rapido ritorno al suo posto del presidente Bazoum”. E il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha assicurato che “l’Italia è in prima linea per affrontare la crisi in Niger. Ho avuto colloqui telefonici con l’Alto Rappresentante Ue Josep Borrell” ed il ministro degli esteri francese Catherine Colonna. “Lavoriamo ad una soluzione diplomatica a tutela della democrazia. Seguiamo costantemente gli italiani in Niger”.
Più soft la posizione del Cremlino, mentre le bandiere russe vengono sventolate dai manifestanti scesi in piazza a sostegno dei golpisti. Mosca si dice “favorevole” al “rapido ripristino dello stato di diritto” in Niger e “alla moderazione di tutte le parti in modo che non ci siano vittime”, ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, esprimendo “grave preoccupazione” per la situazione nel Paese africano. Intanto è stata pubblicata online la prima immagine del presidente nigerino, Mohamed Bazoum, destituito dopo il colpo di Stato: l’immagine lo mostra sorridente e in buona salute durante un incontro con il presidente del vicino Ciad, Mahamat Idriss Déby, “per esplorare tutte le strade e trovare una soluzione pacifica alla crisi”. “Un intervento militare dell’Occidente sarebbe un errore clamoroso, non possiamo dare l’idea di essere neo-colonizzatori” ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.