A Trento è scoppiato il bubbone del progetto di bypass ferroviario (12 chilometri in galleria, 14 chilometri di nuovi binari) per l’attraversamento verso il Brennero del traffico merci. I gruppi ambientalisti che si oppongono a un’opera da oltre un miliardo di euro, che ha come committente Rete Ferroviaria Italiana e cospicui finanziamenti legati al Pnrr, negli ultimi due anni – inascoltati – avevano lanciato l’allarme legato all’inquinamento delle aree industriali ex Sloi ed ex Carbochimica. Adesso la Procura della Repubblica ha messo sotto sequestro una parte del cantiere, bloccando (anche se non completamente) i lavori. Nei giorni scorsi erano arrivate segnalazione riguardante scavi in corso, la mancata analisi dei materiali e lo spostamento di carichi sospetti. I magistrati hanno avviato un’indagine per disastro ambientale e hanno fatto scattare il sequestro cautelare. Sulle barricate ci sono i cittadini No bypass. L’ingegnere Claudio Geat, presidente della Circoscrizione Centro storico Piedicastello, ha dichiarato ai giornali locali: “Sono stati fotografati e filmati camion che hanno caricato materiali tra le aree contaminate e lo hanno scaricato nell’area ex Filzi. La terra di scavo non può essere spostata e mixata prima della caratterizzazione e delle analisi sulla composizione dei materiali”.
Il costo complessivo dell’opera è di un miliardo e 178 milioni, in parte con finanziamento Pnrr e con il decreto Aiuti ter. I lavori sono imponenti e vanno finiti entro giugno 2026, il che appare alquanto improbabile alla luce anche del sequestro. L’appalto è stato vinto dal consorzio Tridentum. L’inchiesta ambientale è affidata ai carabinieri del Noe e ai tecnici dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente (Appa). Il fascicolo è al momento a carico di ignoti. L’ordine di sequestro, firmato dal procuratore Sandro Raimondi e dal pm Davide Ognibene, è stato deciso dopo la scoperta a circa 14 metri di profondità di oli pesanti catramosi nel Sito di interesse nazionale (Sin) inquinato da decenni, dove non è mai stato fatto nulla per il recupero ambientale. C’è attesa per la decisione del giudice dell’indagine preliminare sulla richiesta della Procura, e sull’eventuale obbligo per Rfi di avviare un piano di bonifica da sottoporre ad Appa e all’Agenzia per l’ambiente.
È quello che chiedono le associazioni di cittadini, in polemica sia con il sindaco Franco Ianeselli di centrosinistra che con il governatore leghista Maurizio Fugatti, entrambi favorevoli all’opera, nella prospettiva di interrare la stazione ferroviaria di Trento e liberare la città dal traffico di superficie. Al momento il blocco non è totale, visto che gli operai continuano a lavorare nella parte non interessata al sequestro e alla demolizione di alcuni edifici interessati dalla circonvallazione ferroviaria. Il sindaco Ianeselli ha commentato: “Se il sequestro serve per fare la caratterizzazione ambientale, che era nelle nostre prescrizioni, ben venga. Se si andasse avanti senza caratterizzazione potrebbero esserci dei problemi”. Parole che dimostrano come qualche difformità di vedute ci sia tra Comune e Rfi. Caustico il commento della Rete dei Cittadini. “Questa è una nuova definizione di ipocrisia. Se era tutto già scritto nelle prescrizioni, come dice il sindaco, perché si è permesso di avviare gli scavi senza aver fatto le dovute (per legge) caratterizzazioni? Perché è dovuto intervenire un sequestro, dopo l’avvio di un’indagine per disastro ambientale ed inquinamento?”.
Sulla vicenda Rfi è intervenuta con una nota: “In relazione alle indagini che la Procura della Repubblica di Trento ha in corso sulle aree interessate dai lavori per la circonvallazione ferroviaria di Trento, Rete Ferroviaria Italiana conferma la piena collaborazione per lo svolgimento dei necessari accertamenti. Le attività nel cantiere si svolgono nel pieno rispetto di quanto approvato nell’iter autorizzativo e tutte le analisi condotte in tale ambito hanno evidenziato l’assenza di criticità per cittadini e lavoratori. Rfi continuerà a fornire nei prossimi giorni tutta la documentazione utile per supportare e confermare le informazioni già fornite”.