Arrivare a destinazione salvando il portafoglio è lo sport dell’estate 2023. Mentre milioni di italiani si riversano sulle strade, la benzina passa da un record all’altro e i pedaggi mandano a regime il secondo aumento delle tariffe. Dal primo luglio infatti su tutta la rete di Autostrade per l’Italia (oltre la metà delle tratte del paese) è scattato il secondo aumento del 2023 con pedaggi saliti di un altro 1,3% dopo il + 2% dello scorso gennaio. Su molte dei tragitti che portano dalle città alle località balneari, a cominciare dall’autostrada del sole A1, si spende oltre il 3% in più di un anno fa. Il vero salasso però è la sosta carburante con alcuni distributori lungo la rete che vendono la verde a 2,5 euro al litro. In generale il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,912 euro/litro (1,895 la rilevazione precedente), con i diversi marchi compresi tra 1,897 e 1,933 euro/litro (no logo 1,895). Il prezzo medio praticato del diesel self è 1,766 euro/litro (rispetto a 1,743), con le compagnie tra 1,760 e 1,786 euro/litro (no logo 1,745). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato è 2,045 euro/litro, il diesel servito è a 1,900 euro/litro.
Nessun aiuto dal governo – I carburanti sono in rialzo da circa un mese, con le quotazioni internazionali di benzina e diesel e della materia prima, il petrolio. A giugno un barile di greggio costava 72 dollari al litro, oggi più di 85. Un incremento di quasi il 20%. Il petrolio non è tutto, incide per circa la metà sul prezzo finale dei carburanti. Il resto sono i costi di raffinazione, trasporto, distribuzione e, soprattutto, le tasse. Lo scorso gennaio il governo Meloni ha azzerato lo sconto fiscale di 30 centesimi al litro introdotto dall’esecutivo Draghi. Per un pieno significa un rincaro di oltre 10 euro. Nessun ripensamento in vista. “Le accise che ci sono sui carburanti servono a finanziare altre misure di maggiore impatto per i ceti più bisognosi”, dice oggi il ministro Adolfo Urso. “Il ministro dell’Industria, che fino a prova contraria farebbe parte di quel partito (FdI, ndr) che le accise le voleva cancellare definitivamente in campagna elettorale, ci dice che le stesse non si possono tagliare perché servono a finanziare misure per i più bisognosi. Una lettura sconfortante, che sa di presa in giro definitiva”, ribatte Chiara Appendino del Movimento 5 Stelle. “Secondo il ministro Urso il caro carburante non è una priorità. Eppure durante la campagna elettorale Fratelli d’Italia denunciava con forza l’aumento del costo della benzina. Oggi invece il Ministro Urso ci dice che le risorse vanno utilizzate per le emergenze. Non è chiaro a questo punto quali siano le emergenze secondo il Ministro, visto che tagliano le risorse per combattere la povertà, di salario minimo non vogliono sentirne parlare, tagliano il cuneo fiscale ma solo per qualche mese, e sul caro carburanti si inventano un cartello del prezzo medio, avendo abolito il taglio del precedente Governo”, dichiara il deputato e membro della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino.
“Non si arresta la corsa dei prezzi carburanti: oggi Quotidiano Energia rileva al self un prezzo medio di 1,912 euro al litro per la benzina e 1,766 euro al litro per il gasolio. Prezzi che, come non ci stanchiamo di sottolineare da tempo, si attestano su livelli eccessivamente elevati rispetto alla quota a cui si dovrebbero attestare”. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che tengono conto sia dell’andamento delle quotazioni dei prodotti petroliferi, sia dell’andamento del cambio Euro/Dollaro, la benzina oggi dovrebbe costare almeno 7 centesimi di meno al litro. Vedremo se cambierà qualcosa con l’obbligo per le stazioni di servizio di esporre il prezzo medio nazionale (oltre a quello praticato in quello specifico distributore) che scatta da domani. “Ciascun cittadino può verificare quando va a fare rifornimento di benzina se viene sottoposto a un prezzo supreoriore al prezzo medio che è inferiore a 2 euro”, afferma il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, spiegando che “eventualmente notassero picchi davvero anomali, i consumatori possono denunciarli, sul sito del ministero o alla Guardia di finanza”.
“Basta prese in giro dei consumatori. Da sempre si possono denunciare i rincari anomali dei carburanti e tutte le associazioni di consumatori, a cominciare dall’Unc, da decenni lo fanno. Peccato che nessuno li abbia mai puniti, visto che il Parlamento si rifiuta di dare una definizione di prezzo anomalo”, afferma il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona. Tiepida sull’iniziativa Assoutenti secondo cui “I cartelloni con i prezzi medi dei carburanti che da domani saranno obbligatori in tutti i distributori “sono senza dubbio uno strumento di trasparenza ma, da soli, non bastano ad ottenere un effetto calmierante sui listini alla pompa”. Anche perché secondo il garante per la sorveglianza dei prezzi Benedetto Mineo “Quello che sta avvenendo, sta avvenendo nella stessa direzione del mercato internazionale. Da questo punto di vista registriamo che non ci sono speculazioni“. Mineo annuncia nei prossimi giorni la pubblicazione di un vademecum per il consumatore sulle novità per quanto riguarda i carburanti e sui cartelli con il prezzo medio.