“Un atto improvvisato e scellerato che ha portato a un doppio risultato negativo”. Così, in un’intervista al Corriere della sera del 30 luglio, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito il memorandum sulla “Nuova via della seta”, la partnership economica con la Cina sottoscritta dal governo Conte I nel 2019. Secondo l’esponente di FdI l’accordo ha prodotto un disequilibrio di interscambio economico, che descrive con una metafora colorita: l’Italia, dice, “ha esportato un carico di arance in Cina, mentre loro hanno triplicato in tre anni le esportazioni in Italia”. Parole arrivate – non a caso – poco dopo il ritorno della premier Giorgia Meloni a Washington, dove ha visitato per la prima volta alla Casa Bianca il presidente Usa Joe Biden.

La risposta di Pechino non si è fatta attendere: tramite un portavoce del ministero degli Esteri, la Cina ha dichiarato che l’accordo sottoscritto fra Italia e Cina nel 2019 ha “creato una nuova piattaforma di cooperazione pragmatica tra i due paesi, che ha portato a numerosi risultati pratici in settori quali il commercio economico e le partnership commerciali”. Il portavoce ha poi aggiunto che “secondo le statistiche italiane, nei primi cinque mesi di quest’anno le esportazioni verso la Cina hanno registrato un significativo aumento del 58% rispetto all’anno precedente”.

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