“Verrà il giorno in cui deciderò di parlare ma lo farò quando l’anima avrà cucito le ferite”. Per la prima volta Massimo Giletti è tornato a parlare in pubblico dopo lo strappo con La7 e la chiusura anticipata di Non è l’arena. Lo ha fatto da ospite di “Terrazza della Dolce Vita”, la rassegna riminese dedicata alla cultura, alla tv e al giornalismo organizzata al Grand Hotel di Rimini da Simona Ventura e Giovanni Terzi, parlando dei suoi esordi, del suo futuro e del grande amore per la Rai che non sembra affatto svanito. Anzi.
MASSIMO GILETTI PARLA DELLA CHIUSURA DI NON È L’ARENA – La premessa di Massimo Giletti è chiara: “Sono tuttora sotto contratto con La 7, molti avranno notato che non ho mai parlato di ciò che è successo”. Per questo ha precisato che non avrebbe parlato del “caso” Non è l’arena, anche se qualche considerazione tra le righe se l’è lasciata sfuggire. Sarà lui a decidere quando e se darà la sua versione dei fatti. Come ha detto no ad Enrico Mentana, che voleva farne uno speciale, continuerà a dire no ad altri. “Non tutto si può risolvere in uno studio tv. E poi Tutto ciò che ho detto ai magistrati è secretato”, ha precisato, riferendosi ai colloqui con la Dia di Firenze. Di una cosa però il giornalista è certo: non si sente uno sconfitto per la chiusura del programma: “È una scelta che l’editore può fare. Non ho abdicato alla mia dignità e il tempo mi aiuterà a far capire perché sono stato vincente in questo. Ho le spalle larghe, sono passato attraverso epurazioni forzate, lotte durissime per andare in onda a parlare di certi temi. Ma ripeto, non ho mai abdicato alla mia dignità”, ha rivelato. Il suo pensiero in questi mesi è andato soprattutto alla sua squadra di lavoro, ai 35 collaboratori rimasti a casa. “Io ho le spalle molto larghe e non ho sentito mai nessuno che si è occupato, non di Giletti, ma di questi ragazzi. Questo è un grande dispiacere ed è una cosa che non perdono”.
IL POSSIBILE RITORNO IN RAI, IL SUO “GRANDE AMORE” – A proposito di programmi cancellati ed epurazioni, Giletti si è levato qualche sassolino, ricordando come nel 2018 lasciò la Rai per approdare a La7: “Ho lasciato la Rai perché mi proposero di fare il varietà al posto delle inchieste”, ha ribadito. Quanto ai rapporti con la tv di Stato, negli ultimi mesi si è parlato spesso di un corteggiamento serrato, di un possibile ritorno, persino di un incontro con i nuovi vertici (rumors smentito da lui stesso). “La Rai è sempre stata casa mia, è un grande amore vero e nel futuro vediamo quello che si potrà fare”, ha confessato rispondendo a Simona Ventura. Quanto al futuro, “vedremo se ci sarà un interesse in Rai. Devi tornarci solo se ti vogliono e se ci sono le condizioni per portare avanti quel tipo di attività che ti consenta di non deludere le aspettative di chi ha creduto in te per tutti questi anni. A oggi non è corretto parlarne essendo ancora sotto contratto con Cairo, al quale dirò sempre grazie perché mi ha dato tantissimo in termini di libertà per 196 puntate”.
I RAPPORTI CON URBANO CAIRO – Quanto ai rapporti con il patron di La7, Giletti ha sgombrato il campo dalle indiscrezioni: “Per me siamo in buonissimi rapporti, eccellenti nei sei anni in cui ha lavorato qui. Un rapporto che io sento ancora positivo”. E ha ricordato uno degli aspetti più privati e umani del legame avuto con Urbano Cairo: “Io lo ricorderò sempre come l’uomo che quando è morto mio padre era alle mie spalle ad abbracciarmi. Nessuno cambierà mai il rapporto umano che c’è. Bisogna saper scindere tutto e non saper dimenticare le cose belle: la vita è bella e va avanti”.