Un tempo associare la parola mafia a Lombardia o al Nord Italia era difficile per molti. Ora che pacificamente la Lombardia è pacificamente considerata la seconda “regione della ‘ndrangheta in Italia”, non devono stupire le parole d’allarme del procuratore capo di Milano Marcello Viola oggi alla commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere parla di “un fenomeno di ‘colonizzazione’ della ‘ndrangheta” che, anche se da un lato ha ancora come principale fonte di reddito il narcotraffico, dall’altro ha subito “una mutazione genetica” con le infiltrazioni nel settore economico-finanziario e nel mondo dell’impresa.
Tra tutte le organizzazioni criminale da 416 bis presenti “la ‘ndrangheta è prevalente”. Nel distretto della corte d’appello le “locali individuate sono 25 e hanno collegamenti” con quelle omologhe in Calabria il che “conferma l’unitarietà” della associazione mafiosa. Il procuratore Viola, che ha parlato di un quadro “meritevole di attenzione e allarmante”, pur sottolineando che ancora “l’attività prevalente è quella del commercio delle sostanze stupefacenti“, ha aggiunto che “è significativo il numero di procedimenti iscritti per reati economico finanziari“. Procedimenti a cui si aggiungono quelli che si occupando del contrasto allo “sfruttamento dei lavoratori”. All’audizione hanno partecipato anche l’aggiunto Alessandra Dolci e il pm Paolo Storari, titolare dei più importanti fascicoli sullo sfruttamento dei lavoratori con al centro le cooperative che offrono alle imprese mano d’opera, “molto spesso in mano alla criminalità organizzata”.
Il magistrato però alla commissione ha ricordato anche le storiche cenze che riguardano magistrati al “24%” e “al 30% per il personale amministrativo” che mettono la “Procura distrettuale di Milano che si estende su un’area con 7 milioni di persone” in una situazione “drammatica sotto mille profili” in particolare “quello delle risorse per la Direzione distrettuale antimafia” che negli ultimi tre anni “ha raddoppiato le iscrizioni sul registro degli indagati ontro noti e ignoti” e in questo momento può contare su un organico di “9 sostituti procuratori in grado di occuparsi di queste indagini“. Senza contare la “concentrazione di eventi e investimenti pubblici per i Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026“.
In alcune attività di indagine è emersa “l’esistenza di rapporti non occasionali tra esponenti delle tifoserie organizzate di squadre di calcio e soggetti appartenenti ad associazioni di stampo mafioso e tra tifoserie e gruppi eversivi” ha spiegato Viola parlando del “rischio” e di “profili di infiltrazioni delle tifoserie” e di attività delittuose. Infine le altre mafie: “Le criminalità cinese e albanese sono radicate nel territorio milanese occupandosi del settore del narcotraffico e dello sfruttamento della prostituzione, attuata in forma organizzata e spesso in concorso con soggetti nigeriani o di altre etnie. In alcune parti del territorio la criminalità albanese sembra aver assunto la forma di monopolio o preponderanza nella gestione dell’attività di distribuzione degli stupefacenti”.