Le nove misure depennate dal Pnrr, per un valore di quasi 16 miliardi, al momento non hanno una copertura alternativa per essere rifinanziate. È l’allarme lanciato dal Servizio studi parlamentare nel dossier sulla rimodulazione del Piano presentata dal ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. Si tratta di interventi su temi come la gestione del rischio di alluvione, la riduzione del rischio idrogeologico e anche il rafforzamento della medicina territoriale, che Fitto ha promesso verranno “completamente finanziati” in altro modo. Un concetto ripetuto dal ministro martedì mattina nella sula relazione alla Camera: “Lo dico ai sindaci e a chi ha immaginato scenari catastrofici: le nove misure individuate andranno avanti regolarmente, non saranno oggetto di definanziamento”, ha assicurato.

Il problema, però – fa notare il Servizio studi – è che nessuno ha ancora spiegato come. “Si sottolinea come il rapporto non specifichi quali saranno gli strumenti e le modalità attraverso i quali sarà mutata la fonte di finanziamento delle risorse definanziate dal Pnrr”, si legge nel dossier pubblicato lunedì 31 luglio. “La determinazione di tali strumenti e modalità”, prosegue il documento, “appare opportuna soprattutto con riguardo ai progetti che si trovano in stadio più avanzato, in ragione dei rischi di rallentamenti o incertezze attuative che potrebbero conseguire al mutamento del regime giuridico e finanziario e del sistema di rendicontazione cui tali misure sarebbero sottoposte. Tale determinazione appare fondamentale, inoltre, al fine di verificare che le fonti alternative di finanziamento dispongano di una adeguata dotazione di competenza e di cassa nell’ambito del bilancio dello Stato”. Cosa che finora Fitto non ha garantito.

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