Il ritorno della casta ha la faccia di Piero Fassino, che a Montecitorio si è alzato dal suo scranno e ha estratto il cedolino da parlamentare: “Prendo 4718 euro al mese, non sono uno stipendio d’oro“. Una performance che ha scatenato la polemica. Non solo perché l’esponente del Pd ha omesso i diversi benefit a disposizione dei deputati. Mentre il governo cancella il reddito di cittadinanza e fa muro contro il salario minimo,infatti, alla Camera si è rischiato il ritorno dei vitalizi d’oro. Un rischio evitato grazie all’ordine del giorno presentato da Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha impegnato il collegio dei questori a “mantenere per tutti i beneficiari, deputati ed ex deputati, la vigente normativa di calcolo su base contributiva” per il calcolo “delle indennità di fine mandato spettanti”. Un odg approvato dal’aula di Montecitorio con 240 voti favorevoli, 24 astenuti e 5 contrari. Tra i contrari proprio Fassino, che prima ha puntato il dito contro “la demagogia” del testo: “Corrisponde – ha detto – a un impianto demagogico e populista che consente di alimentare una campagna contro il Parlamento e la politica da cui non verrà niente di buono”. Poi, in un secondo intervento in Aula durante la discussione sul bilancio della Camera (in cui si è votato anche un odg di Maurizio Lupi che chiede all’ufficio di presidenza di aumentare il trattamento economico dei deputati parificandoli a quelli del Senato), ha sventolato il cedolino dello stipendio da parlamentare. Un luogo comune è che i parlamentari godano di stipendi d’oro, qui ho il cedolino di luglio 2023, è uguale per tutti – ha spiegato Fassino – Risulta che l’indennità lorda è di 10.435 euro, da cui giustamente vengono defalcati l’Irpef, l’assistenza sanitaria, la previdenza dei deputati che è di 1000 euro, le addizionali regionali e comunali. Fatti questi giusti prelievi, l’indennità netta dei deputati è di 4718 euro al mese. Va bene? Sì. L’unica cosa che chiedo è che quando sento dire che i deputati godono di stipendi doro dico non è vero, perché 4718 euro al mese sono una buona indennità ma non sono uno stipendio d’oro“.L’esponente del Pd ha omesso i diversi benefit che i deputati hanno a disposizione e che si vanno a sommare all’indennità, gonfiando considerevolmente l’importo totale mensile di cui beneficiano. Nel dettaglio, i deputati percepiscono anche una diaria mensile di 3500 euro circa per i costi del soggiorno a Roma (tale somma viene decurtata di 206 euro per ogni giorno di assenza del deputato dalle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono votazioni con il procedimento elettronico) e un rimborso spesa per l’esercizio del mandato, pari a 3690 euro e destinato a coprire i costi dei collaboratori, delle consulenze e degli eventi a sostegno delle attività politiche. Inoltre i parlamentari hanno diritto a salire gratis su tutti i mezzi di trasporto oltre a un rimborso trimestrale per i viaggi fino a 4mila euro. Anche le spese telefoniche sono a carico dello Stato, con un rimborso di 1200 euro annui. Sarà per questo motivo se a marcare le distanze dalle parole di Fassino è arrivata direttamente Elly Schlein. “Fassino ha parlato a titolo personale, in dissenso rispetto al voto del Pd. Noi continuiamo a batterci per il salario minimo”, dice la segretaria del Pd. Peccato: fosse per Fassino il salario minimo sarebbe fissato a 4mila euro al mese.
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