Politica

Le trattative con Calenda, l’asse con Emiliano e il controllo militare dei consiglieri: le manovre di De Luca per il terzo mandato senza il Pd

L’asse con Michele Emiliano e coi presidenti del Sud. Le trattative con Carlo Calenda. Il controllo militare del gruppo consiliare regionale dem e del Pd salernitano. Lo sblocco del congresso del Pd campano. I colloqui riservati con gli emissari di Cateno De Luca. Passano da qui le manovre di Vincenzo De Luca per strappare un terzo mandato alla guida della Regione Campania.

Mancano tre anni al voto, un’era geologica in politica, ma il tris è un pensiero fisso nell’agenda e nella testa del governatore Pd ed ex sindaco di Salerno. “Farò quel che voglio” ha detto De Luca a margine della festa Usb a Taranto, seduto al fianco di un sorridente Emiliano. E lui lo vuole, eccome, il terzo mandato. Con o senza il Pd nazionale. Quasi certamente senza. La segretaria Elly Schlein ha fatto del no al tris di De Luca una battaglia identitaria del nuovo corso. Fino a commissariare con il parlamentare Antonio Misiani il Pd campano che era pronto a eleggere una fedelissima deluchiana, Rosetta D’Amelio, alla segreteria regionale.

Da qui gli strali di De Luca. Che ha parlato di “partito sequestrato” e chiede con forza di indire quel congresso regionale congelato con il commissariamento. Sostengono i suoi uomini: “Se il problema è il tesseramento gonfiato di Caserta, basta fare il congresso lì e poi procedere a quello regionale. Le direzioni provinciali si muovano, e presto, verso quell’obiettivo”. E’ la tesi contenuta in un documento firmato dal gruppo consiliare regionale Pd. Loro lo hanno firmato, ma il testo è stato dettato da De Luca e dal vice Fulvio Bonavitacola. Il documento è stato inoltrato a un’iniziativa contro l’autonomia differenziata svoltasi nei giorni scorsi a Napoli su input di Schlein e del responsabile nazionale Sud del Pd Marco Sarracino, alla quale i consiglieri regionali dem, polemicamente, non hanno partecipato.

Replicano i dem vicini a Schlein: “Da quando De Luca è governatore, il Pd campano è stato sempre guidato da deluchiani che non hanno mai messo in campo una iniziativa politica. Lui non vuole il congresso regionale per rilanciare il partito, lui vuole il congresso solo per far eleggere l’ennesimo fedelissimo che gli lasci mani libere a Palazzo Santa Lucia e alla sua rielezione”. Di congresso campano, comunque, per ora non se ne parla. La segreteria nazionale prenderà tempo.

Ed allora De Luca si guarda intorno. E se da un lato lancia segnali di voler restare nel Pd per impadronirsene, dall’altro ricorda che la minaccia di uscirne è sempre attuale. In questa direzione è avvenuto un colloquio a Napoli con il leader di Azione, Carlo Calenda. Doveva rimanere riservato, ma Il Mattino ha appreso la notizia e l’ha pubblicata, provocando uno sconquasso. Secondo la ricostruzione del principale quotidiano campano, l’incontro, organizzato dal consigliere regionale Giuseppe Sommese, si sarebbe consumato intorno a una proposta di patto: via libera di Calenda al terzo mandato in cambio di un sostegno di De Luca ad Azione alle prossime elezioni europee.

All’interno di Azione, infarcito in Campania di ex esponenti dem e Forza Italia cresciuti a pane e antideluchismo (tra i quali Mara Carfagna), non l’hanno presa bene. Uno dei loro dirigenti si è sfogato con ilfattoquotidiano.it: “De Luca si sta facendo interprete di una sorta di leghismo in salsa meridionale contro il progetto di autonomia differenziata, usato come un alibi per autoassolvere un ceto politico meridionale come il suo che ha grandi responsabilità nel disastro del sud, nei sistemi sanitari governati domesticamente e allo sfascio, nei numeri enormi di percettori di reddito di cittadinanza, nella più grande concentrazione di opere pubbliche incompiute. Non può essere – conclude l’esponente di Azione – tutta colpa del Nord e dello stato centrale sordo ed ostile”.

E’ un’analisi che spiega sia il no della pancia di Azione al De Luca tris, sia l’avvicinamento di De Luca a Michele Emiliano, anche lui alla ricerca di un terzo mandato, “e ad altri imbonitori della politica al Sud”. Tra i quali ci sarebbe il sindaco di Taormina Cateno De Luca, il leader di “Sud chiama Nord”, col quale ci sarebbero stati dei contatti attraverso amici comuni. Ma l’asse più solido è quello che Vincenzo De Luca sta costruendo con Emiliano e con altri governatori meridionali, uniti dalla contrarietà al ddl Calderoli. Coi quali organizzare a settembre una grande manifestazione contro l’autonomia differenziata, senza preclusioni di appartenenza politica o partitica. E così smarcarsi di nuovo dal Pd, per allargare la sua maggioranza in Campania. Il terzo mandato di Vincenzo De Luca potrebbe passare anche da qui.