L’umanità ha già consumato, nel 2023, tutte le risorse prodotte naturalmente sul Pianeta in un intero anno. Dal 2 agosto, la vita sulla Terra è possibile grazie a un “debito ecologico“. È l’Earth Overshoot Day 2023, il giorno del sovrasfruttamento calcolato ogni anno dal Global Footprint Network che, utilizzando i dati dei National Footprint e Biocapacity Accounts, indica l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che il Pianeta è in grado di offrire nell’arco di un anno. Nel 1973, queste risorse furono consumate tutte il 3 dicembre, sforando solo di pochi giorni il budget annuale. “Poi, però, il trend generale è stato quello di un Overshoot day sempre più anticipato – ricostruisce il Wwf – vent’anni fa, nel 2003, al 12 settembre e dieci anni fa, nel 2013, al 3 agosto”. Nel 2020 è caduto il 22 agosto, mentre nel 2021 e lo scorso anno è andata anche peggio (rispettivamente il 29 e il 28 luglio). Di fatto, ormai quella data cade sempre in piena estate a mostrare che l’uomo consuma in quantità eccessive, oltre le capacità di rigenerazione (e riassorbimento) naturali terrestri. Un consumo che, però, non è uguale per tutti gli 8 miliardi di abitanti del Pianeta e che è legato a doppio filo al cambiamento climatico. Secondo l’ultima analisi del World Weather Attribution, le ondate di calore che nelle ultime settimane hanno attraversato l’Europa e gli Stati Uniti sarebbero state “virtualmente impossibili” senza il cambiamento climatico generato dall’uomo e, se il mondo non smetterà rapidamente di bruciare combustibili fossili, di deforestare, questi eventi diventeranno ancora più comuni.
1 /10 © Andre Dib- WWF-Brazil
Basic-needs grocery package distribution – Tapajós River sidePlace: Maués – Amazonas – BrazilImage use license: Gilmar de Souza
Il caso italiano
E l’Italia è uno dei paesi con il più elevato debito ecologico. L’Overshoot Day nella Penisola è arrivato già il 15 maggio: da quella data, l’Italia è in debito con la Terra, in anticipo di 250 giorni sulla fine dell’anno. Stando alle analisi del Global Footprint Network, le attività quotidiane che impattano maggiormente sull’impronta degli italiani sono i consumi alimentari (25% dell’impronta totale) e il settore dei trasporti (18%). “A livello globale stiamo consumando l’equivalente di 1,7 Pianeti all’anno, cifra inquietante che dovrebbe salire fino a due pianeti entro il 2030, in base alle tendenze attuali” spiega il Wwf. Ma se tutti vivessero come gli italiani servirebbero 2,8 pianeti Terra per soddisfare i bisogni collettivi. Ne servirebbero 5, invece, se tutti vivessero come un cittadino degli Stati Uniti.
Bisogna spostare l’Overshoot Day di 19 giorni all’anno per 7 anni
Sempre a livello globale, negli ultimi 5 anni la tendenza sembra essersi assestata, ma è difficile stabilire quanto questo sia dovuto al rallentamento dell’economia o a sforzi di decarbonizzazione. Tuttavia, la riduzione del nostro “debito” nei confronti del Pianeta è ancora troppo lenta. Per raggiungere l’obiettivo del Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) delle Nazioni Unite di ridurre del 43% le emissioni di gas serra a livello mondiale entro il 2030 (rispetto al 2010) sarebbe necessario spostare in avanti l’Earth Overshoot Day di 19 giorni all’anno per i prossimi sette anni. “L’umanità è in overshoot ecologico da oltre 50 anni e il debito che abbiamo accumulato ammonta a 19 anni di produzione del pianeta, ossia quello che gli ecosistemi della Terra possono rigenerare in 19 anni” spiega il Wwf.
La strada da percorrere
Ma le opportunità di cambiare la rotta ci sono e provengono da tutti i settori della società. “Il peso di questo debito, che è destinato ad aumentare, comincia a ridurre le opzioni economiche. La perdita di biodiversità, la crescente imprevedibilità meteorologica e l’esaurimento delle acque sotterranee sono solo alcuni sintomi” spiega Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del Wwf Italia. Cosa fare? Utilizzando, per esempio, energia proveniente per 75 per cento da fonti rinnovabili potremmo spostare l’Overshoot day di 26 giorni, mentre dimezzare lo spreco alimentare farebbe guadagnare 13 giorni. E solo modificare proprio i sistemi alimentari potrebbe avere effetti davvero significativi: “Se sostituissimo il 50% del consumo globale di carne con alimenti di origine vegetale, sposteremmo l’Overshoot Day di 7 giorni (considerando la CO2 e l’uso di suolo) – prosegue Eva Alessi – se mangiassimo carne proveniente da allevamenti biologici o estensivi guadagneremmo altri 5 giorni, se acquistassimo localmente l’80% del nostro cibo, sposteremmo la data di 2 giorni circa”.