A una settimana dall’improvvido sms dell’Inps zeppo di imprecisioni e vaghezze e dopo giorni di silenzio – eccezion fatta per un comunicato arrivato a fatica ieri – ecco finalmente la voce della ministra del Lavoro Marina Calderone. In attesa dell’informativa di domani, giovedì, in Senato, la ministra risponde al question time a cui è stata sollecitata dal M5s e dall’Alleanza Verdi-Sinistra. Calderone assicura in Aula che “questo governo, attraverso l’incentivo al lavoro e il sostegno necessario ai nostri concittadini più fragili, impiega ogni ora del suo tempo per contrastare e ridurre quel disagio sociale su cui qualcuno – al contrario – soffia cercando di costruire il dissenso“. Se è chiara l’accusa alle opposizioni, la ministra sottolinea anche il messaggio che secondo lei non c’è stato alcun problema nella gestione del governo di questa fase di transizione in cui famiglie la cui sussistenza minima dipende solo dal reddito di cittadinanza vedono azzerare le entrate familiari in attesa delle annunciate e promesse politiche del lavoro. Una circostanza che il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte ha rimarcato nell’Aula di Montecitorio: “C’è rabbia, confusione sociale: state lasciando assistenti sociali, Comuni da soli e siete gli unici responsabili. State spaccando consapevolmente il Paese: avete illuso queste persone di rimpiazzare il reddito con corsi di formazione, li avete insultati chiamandoli divanisti ma dopo 8 mesi” non avete fatto nulla su questo, è il ragionamento di Conte. “Abbiamo scoperto – conclude – che chi non vuole lavorare è questo governo, chi non vuol fare nulla siete voi, i divanisti siete voi“.

Eppure per la ministra il suo dicastero “è concentrato con attenzione ed estrema scrupolosità” che “non trovano precedenti in altre recenti esperienze di governo” (testuale) “su ciascuna delle questioni poste, agendo direttamente e coordinando le azioni di tutti i soggetti istituzionali coinvolti”. La concentrazione senza precedenti ha portato alla storia che tutti i giornali hanno raccontato, cioè il disorientamento degli ex percettori a cui è stato detto di affidarsi ai servizi sociali e invece non era così. Solo ieri, 5 giorni dopo, il ministero ha spiegato che una parte dei nuclei interessati si dovranno rivolgere ai centri per l’impiego e un’altra parte ai servizi sociali. Secondo i dati della ministra sono 112mila le persone attivabili al lavoro all’interno dei 159mila che hanno ricevuto l’sms di sospensione del Reddito di cittadinanza. Per le persone attivabili al lavoro invece dal primo settembre 2023 sarà attivo il Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) che prevede un assegno di 350 euro per un massimo di 12 mensilità qualora si partecipi a percorsi di formazione e lavoro. Al momento poco più di un terzo dei 112mila di questi mi risulta iscritto a una delle misure di politica attiva. “Questo è l’obiettivo che il Governo non intende mancare e che è stato trascurato per anni da chi oggi, agitando gli animi, evoca disordini” insiste la ministra.

I non attivabili al lavoro, invece, continueranno a percepire il reddito di cittadinanza, ribadisce Calderone. “Per questa platea – spiega la ministra – i servizi sociali non oltre il 31 ottobre 2023 comunicano all’Inps tramite la piattaforma Gepi l’avvenuta presa in carico. In assenza di questa comunicazione l’erogazione è sospesa ma potrà essere riattivata“. Da qui la riunione d’urgenza dei giorni scorsi tra Comuni e ministero perché non c’erano i dati delle famiglie cosiddette “fragili”. Calderone ha ribadito la forte attenzione del Governo a “garantire sostegno continuo ai nuclei familiari più vulnerabili fino all’entrata in vigore del nuovo assegno di inclusione. La deroga ai sette mesi per la percezione del reddito di cittadinanza ha come riferimento i non attivabili al lavoro e dunque coloro i quali necessitano di un supporto continuo”.

La risposta di Calderone al question time, dice Conte, “è in linea con lo spirito di Palazzo Chigi: freddo burocratese. Giorgia Meloni prometteva mille euro al mese e ora con un sms dice che da domani il reddito è cancellato a 169mila famiglie“. “Faccio un appello al governo – aggiunge – ripensateci e convocate un Cdm fermatevi, bloccate questo scempio mandate un sms a tutte queste persone chiedendo scusa”. Dall’altra parte il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha invitato il governo a smetterla di prendersela con le opposizioni: “Le opposizioni non soffiano sul fuoco, il fuoco c’è già, e lo avete appiccato voi“. “Mandate un sms a 169mila famiglie – ha aggiunto – per dire ‘da domani i fatti sono vostri’ e poi venite a raccontare che ve ne state occupando ma ad agosto quelle famiglie che fanno? Ci avete pensato? La verità è che questa scelta come quella sul salario minimo o i voucher sono le scelte di chi pensa che le fragilità, le debolezze siano una colpa, la povertà sia una colpa ma dovete fare i conti con la responsabilità delle vostre scelte”.

Intanto i deputati del M5S in commissione Lavoro annunciano di avere depositato alla Camera “una mozione per impegnare il governo a ripristinare con necessità e urgenza, anche convocando un apposito Consiglio dei ministri, l’erogazione del reddito di cittadinanza” alle famiglie alle quali è stato sospeso. “In questi mesi – sottolineano -, l’esecutivo non ha assunto alcuna iniziativa per garantire che i servizi sociali gestiti dai comuni e i centri per l’impiego fossero in grado di gestire la presa in carico di decine di migliaia di persone. Le famiglie interessate sono state lasciate al loro destino con una comunicazione incerta e confusa: una situazione che sta generando molte iniziative di protesta”.

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