Il messaggio inviato a 160mila persone per lo stop del reddito di cittadinanza poteva essere “più accurato nei contenuti e nella forma“. Dopo una settimana di caos, tra informazioni imprecise e mancanza di indicazioni, è la commissaria straordinaria dell’Inps Micaela Gelera ad ammettere che qualcosa non ha funzionato. “Nell’ambito di un rapporto di trasparenza e lealtà con i cittadini”, ha detto in una nota, “in ossequio al principio di proattività adottato dall’Inps, che è teso a fornire al cittadino tutte le informazioni relative alle prestazioni che lo riguardano e alle opportunità che potrebbe cogliere, Inps ha inviato un sms/email, che avrebbe dovuto essere più accurato nei contenuti e nella forma”. Gelera ha anche assicurato che “la tecnostruttura sta lavorando strenuamente da mesi, di concerto con il ministero del Lavoro, per la messa a punto della piattaforma Siisl a partire dal 1° settembre 2023″.

Del resto, la stessa ministra Calderone, se in Aula ha difeso l’intervento per lo stop al reddito, dall’altra nelle varie interviste di queste ore ha ammesso che quel messaggio era problematico. “Non ha dato rassicurazione e ha creato tensioni“, ha detto in un’intervista a Rtl 102.5. “Probabilmente”, ha aggiunto, “l’sms era scritto in un modo che non ha dato rassicurazione ed ha creato tensioni, ampiamente amplificate visto che abbiamo chiesto l’informativa al ministro dell’Interno per le proteste di piazza”.

E’ l’ultima puntata di una settimana di passione del ministero e dell’Inps – ora commissariato – partita con il messaggino arrivato a decine di migliaia di persone. Dopo silenzi, imbarazzi e mezze precisazioni il governo ha finalmente ammesso che la gestione è stata poco brillante e ha spinto la stessa commissaria dell’Inps, Micaela Gelera, a riconoscere che il testo inviato agli ex beneficiari “avrebbe dovuto essere più accurato”. Un mea culpa generale, a scoppio ritardato e dopo giorni in cui i cittadini ex percettori si sono presentati agli uffici comunali per chiedere informazioni, che però non placa le critiche dell’opposizione e in particolare del M5s. La ministra – scrive il leader Giuseppe Conte in un post su Facebook – “ammette quel che è chiaro a tutti e che il governo fingeva fino a ieri di ignorare: a seminare il panico fra i cittadini sono state oltre alle scelte del governo anche i grossolani errori di comunicazione a persone che sono in condizione di grave difficoltà”. Sms “impreciso”? “In realtà, il messaggio è stato falso e fuorviante”.

Ecco che allora Conte ha chiesto un intervento concreto da parte della stessa ministra. “Ieri abbiamo invitato il governo a inviare alle 169mila famiglie disperate un nuovo sms di scuse. Oggi, alla luce di questa disarmante ammissione, diciamo alla Ministra Calderone di rimandare subito a casa la commissaria dell’Inps Gelera, che è stata scelta e piazzata in fretta e furia alla guida dell’Ente da Meloni e soci. Resta purtroppo un fatto. Ci sono 169mila famiglie disperate che a partire da agosto rimarranno prive di qualsiasi alternativa: senza sostegno, senza corsi di formazione, senza lavoro. A queste si aggiungeranno altre 350mila famiglie a fine anno. Su questo fondamentale aspetto il governo non ha intenzione di fare passi indietro o ripensamenti. Sono inadeguati e pericolosi”.

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