Non si arresta il flusso di migranti che arrivano quotidianamente a Lampedusa. Le ottime condizioni meteomarine di questi giorni, favoriscono le partenze delle piccole imbarcazioni di ferro dalle coste tunisine. Solo nelle ultime ventiquattro ore sono stati soccorsi in mare, a largo delle isole Pelagie, circa sessantaquattro “barchini”. Da giorni le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza fanno la spola senza sosta, impegnate a salvare vite. La media degli arrivi è di circa mille migranti al giorno e l’hotspot dell’isola ospita circa 1.770 persone.
Sono tante anche le segnalazioni che arrivano dai pescatori dell’isola che incrociano in mare i barchini pieni di migranti. Quelli arrivati nelle ultime ore sono quasi tutti subsahariani. Partiti da Nigeria, Burkina Faso, Ghana e Costa d’Avorio, hanno oltrepassato il deserto e raggiunto la costa di Sfax, in Tunisia, per tentare la traversata nel Mar Mediterraneo. Il loro viaggio costa tra i mille e millecinquecento dollari, pagati delle organizzazioni criminali che sul traffico di esseri umani hanno costruito un business milionario. Dai racconti di alcuni migranti, il copione sarebbe sempre lo stesso: il pagamento avviene step-by-step, durante le varie tappe del viaggio ad ogni check-point verrebbe chiesto denaro e chi non è in grado di pagare corre il rischio di essere lasciato a terra anche nel deserto, senza acqua né viveri.
I migranti recuperati in mare, arrivano stremati dal viaggio e dal sole, quasi tutti disidratati e con problemi deambulatori perché costretti a rimanere seduti e fermi a bordo dei barchini per tutto il tempo del viaggio, per evitare che con qualche movimento si possa ribaltare l’imbarcazione, rischiando così di annegare. Uno dei pescatori che ha prestato soccorso nelle scorse ore, racconta che diversi migranti sono finiti in mare e solo grazie alle tempestive operazioni di salvataggio delle motovedette sono stati tutti tratti in salvo. I trafficanti li mettono a bordo di precari e instabili barchini di ferro, con solo qualche camera d’aria di ruote nere da usare come salvagente. Giovedì sera, dopo lo sbarco al Molo Favaloro, una giovane donna nigeriana ha perso il bimbo che portava in grembo: nonostante il trasferimento tempestivo ad Agrigento con l’elisoccorso del 118, non c’è stato nulla da fare per il bambino che a giorni sarebbe dovuto nascere.
Alcuni migranti hanno raccontato che durante la traversata avrebbero perso la vita un bambino nigeriano di un anno e mezzo e una ragazza ventenne. I loro corpi sarebbero stati lasciati in mare dai compagni di viaggio. Le motovedette di ricerca e soccorso in mare (Sar) della Guardia Costiera, per effettuare più operazioni in mare, trasbordano i migranti sulla nave De Grazia CP420 che ha una maggiore capienza (circa 300 persone alla volta). Anche l’Ong Open Arms ha effettuato 7 soccorsi recuperando circa 270 persone. Ma l’organizzazione non governativa spagnola, diretta a Napoli, lancia l’allarme su Twitter: “Il mare è pieno di imbarcazioni in difficoltà, il Mediterraneo è in piena emergenza umanitaria”. Durante la notte il veliero Nadir della Ong tedesca RESQSHIP ha soccorso circa 100 migranti, approdando a Lampedusa nella tarda mattinata di venerdì. Intanto all’hotspot di Lampedusa, gestito dalla Croce Rossa Italiana, sono presenti circa 1.770 migranti. Nelle prossime ore 300 persone saranno trasferite ad Augusta con la nave Sirio della Marina Militare e altre 200 saranno imbarcate sul traghetto di linea Cossyra con destinazione Porto Empedocle.
Il Questore di Agrigento Emanuele Ricifari, ringrazia tutto il personale di Polizia e delle organizzazioni di supporto che, in questi mesi, hanno garantito un tempestivo trasferimento dei migranti e le operazioni di ordine pubblico. “Con l’organizzazione che da qualche mese è stata voluta dal Ministro Piantedosi – ha dichiarato il Questore – sostenuta concretamente dal Dipartimento Libertà Civili e dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, tutte le procedure sono state da noi riorganizzate e gestite in modo da assicurare un’accoglienza degna e breve per i migranti, comprese le procedure di registrazione, fotosegnalamento e controllo sanitario”. Con una media di circa mille persone che arrivano al giorno, nulla è cambiato (almeno a Lampedusa) a quasi tre settimane dalla firma dell’accordo Europa-Tunisia che ha visto protagonisti la premier Giorgia Meloni, il collega olandese Rutte, e la presidente della Commissione dell’Unione Europea Ursula von Der Leyen con il presidente tunisino Kais Saied.