Massimo Giletti è indagato per diffamazione dalla procura di Terni. Insieme all’ex conduttore di Non è l’Arena è iscritta nel registro degli indagati anche Sandra Amurri , opinionista della stessa trasmissione, che è stata sospesa in anticipo da La7 nell’aprile scorso. A denunciare Giletti e Amurri è stato Giuseppe Graviano, il boss di Cosa nostra, condannato per le stragi del 1992 e 1993. La querela è stata notificata ai due giornalisti dai carabinieri. La notizia del procedimento è stata anticipata da EtruriaNews, che spiega come il procuratore di Terni Alberto Liguori e il pm Giorgio Panucci abbiano negato l’accesso al fascicolo ai due indagati.
Resta da capire, dunque, per quale motivo Graviano – che è detenuto nel carcere di Terni – si sia sentito diffamato da Giletti. Anche perché è davvero un’impresa diffamare un boss di Cosa nostra, condannato a sei ergastoli per le stragi di Capaci, di via d’Amelio, di Firenze, di Roma e di Milano, mandante dell’omicidio del sacerdote don Pino Puglisi. Il nome di Graviano è stato pronunciato più volte negli studi di Non è l’Arena, visto che Giletti aveva concentrato da tempo le sue attenzioni su Cosa nostra e sui misteri irrisolti delle stragi. Anche per questo motivo la chiusura anticipata del programma è diventato argomento d’interesse per la procura di Firenze, competente per le stragi del ’93. Giletti, infatti, è autore di un’intervista a Salvatore Baiardo, storico gestore della latitanza di Graviano in Nord Italia, che ha profetizzato l’arresto di Matteo Messina Denaro con alcuni mesi d’anticipo.
Prima della sospensione del programma i pm di Firenze avevano ascoltato la testimonianza di Giletti. Il conduttore aveva raccontato ai pm che Baiardo gli aveva fatto vedere una foto. Uno scatto che immortalava Silvio Berlusconi, il generale dei carabinieri Francesco Delfino e un terzo uomo che per Baiardo era proprio Giuseppe Graviano, ma che Giletti non è riuscito a riconoscere perché l’ex gelataio di Omegna non gli ha mai consegnato l’istantanea. L’uomo che negli anni ’90 gestiva la latitanza dei fratelli Graviano in Nord Italia ha smentito, negando l’esistenza di quella foto sia pubblicamente che davanti ai pm. Alcune intercettazioni, effettuate dopo il racconto di Giletti ai pm, smentiscono però questa versione. Nel frattempo il programma di Giletti è stato chiuso. E al conduttore è arrivata una querela per diffamazione dal boss delle stragi.