Milan da un lato, Juve dall’altro. E sì: pure Paolo Rossi è passato di là, rossonero (poco), bianconero (tanto). Inevitabile che per quello che viene considerato il suo erede si inneschi di nuovo la sfida sia tra Diavolo e Vecchia Signora. Una sfida che nei primi Anni 90 in campo praticamente non c’è: il Milan di Capello domina e divora i campionati, la Juve di Trapattoni al massimo insegue, ma la disparità di forze è evidente. E sul mercato poi… c’è Berlusconi, che di grandi giocatori farebbe collezione, senza problemi di cifre: vuole Boban? Si prende Boban! Gli piacciono il primo e il secondo classificato nella graduatoria del Pallone d’Oro? Se li prende tutti e due, Savicevic e Papin! E De Napoli, Lentini e pure Eranio perché no: uno sfoggio di opulenza senza pari per un vero e proprio harem calcistico insomma.
Certo poi in una squadra che ha in società gente come Braida e Galliani, che hanno un fiuto per il talento praticamente senza pari, mica si disdegna l’idea di scovare qualche giovane fuoriclasse. Magari un Giovane Elber dal Londrina o, perché no, quel ragazzetto che fa parlare di sé nella Primavera del Padova. Ci era arrivato dal San Vendemiano e volevano pure rimandarcelo: non che non fosse forte, anzi, è che però iniziava a diffondersi il “virus” della “fisicità”. “Eh sì, bravo è bravo eh. Ma è piccolino, gracilino, mingherlino” e bla bla bla andanti in discorsi che avrebbero prodotto parecchi danni e parecchi obbrobri al pallone di lì a poco.
Per fortuna il viaggio da Padova al paese natio di San Vendemiano non lo farà e, anzi, comincerà ad affacciarsi pure in prima squadra grazie a Mauro Sandreani. La dirigenza sa che ha per le mani materiale purissimo e ci crede: ci credono un po’ meno le potenziali acquirenti che mandano gli osservatori a studiare quel ragazzino, con relazioni non sempre convintissime.
Il Milan però lo vorrebbe, vedi mai che quel ragazzino, che intanto segna pure il primo gol coi professionisti subentrando a Simonetta in una gara che il Padova stravince per 5-0 contro la Ternana, diventi davvero il nuovo Pablito. Anche se ormai fa sempre più parlare di sé e più che all’eroe del Mundial ’82 chi lo ha visto giocare dice che ricordi Roby Baggio. E allora ancora di più, vedi mai che quel ragazzino diventi forte come Baggio o quasi, dato che Baggio il Condor Galliani l’aveva quasi preso nel ’90, per poi doversi arrendere di fronte all’avvocato Agnelli. Una rivincita coi fiocchi.
Una rivincita che per qualche miliarduccio in fin dei conti può starci se se ne tirano fuori molti di più per i vari Lentini, per Papin, per Savicevic, per Eranio eccetera. Qualche miliarduccio, sì, non troppi di più. E qualche miliarduccio viene proposto alla dirigenza del Padova per accaparrarsi quel talento. Però dalla stessa dirigenza arriva una telefonata qualche settimana dopo: “Guardate, c’è la Juventus che offre di più”, “Quanto di più?”, “Cinque miliardi”. Troppo, troppo per un ragazzino è la riflessione che viene fatta in casa Milan. Tanto più che poi i ragazzini alla fine al massimo li si manda in prestito con tutti i campioni che ci sono in rossonero. E dunque: “Ci spiace, cinque miliardi sono davvero troppi” e un giovane e imberbe Alessandro Del Piero, grazie a Boniperti, sfiora soltanto la maglia rossonera indossando invece quella della Vecchia Signora. E sì, “qualche miliarduccio” Alessandro Del Piero, negli anni a seguire, dimostrerà di valerlo.