Cronaca

Kata, arrestato lo zio della bimba scomparsa: “L’ultimo ad averla vista. Gestiva il racket degli affitti nell’hotel occupato”. Perquisiti i genitori

Estorsione, tentativi di estorsione e rapina, minacce, ma anche tentato omicidio e lesioni gravi: sono le accuse con cui è stato arrestato lo zio materno di Kataleya Alvarez, la bambina scomparsa a Firenze il 10 giugno scorso. Insieme a lui sono stati condotti in carcere altri tre uomini. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, i quattro gestivano il racket degli affitti nell’ex albergo occupato Astor di via Maragliano, dove Kata viveva con la famiglia. Lo zio è l’ultima persona ad averla vista prima del probabile sequestro: il giorno della scomparsa, aveva raccontato di essersi distratto un attimo mentre la bimba giocava dentro la struttura. Da allora, nessuna traccia.

Quattro giorni dopo il rapimento, il procuratore aggiunto di Firenze aveva dichiarato che il racket degli affitti era la pista privilegiata dagli inquirenti. L’ipotesi possibile è che dietro il sequestro ci sia una vendetta contro chi perpetuava le violenze e le minacce nello stabile di via Maragliano. Questa mattina – 5 giugno – nell’ambito dell’indagine della Dda di Firenze, sono state eseguite una decina di perquisizioni, anche nei confronti di persone non indagate. Tra queste, come riportato da La Nazione, ci sono anche i genitori di Kataleya, il nonno, due zii paterni, uno zio materno e la moglie di quest’ultimo.

Gli arresti sono stati eseguiti dalla polizia, in base a una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, su richiesta della Dda. I reati di cui sono accusati i quattro arrestati, tutti peruviani, sarebbero stati commessi nel periodo tra il novembre 2022 e il maggio 2023, ai danni di altri occupanti dello stabile. I quattro uomini, secondo gli inquirenti, gestivano un’illegittima attività di compravendita del “diritto di occupare” le stanze: il costo degli “affitti” andava dai 600 a 700 euro. L’ex hotel, occupato da settembre 2022, è stato posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria e sgomberato dagli agenti della Digos. Ci abitavano 17 famiglie, soprattutto di origine peruviana e romena: in tutto 54 persone, tra cui 19 minori. La risistemazione dei nuclei, da quanto spiegato, è stata affidata ai servizi sociali del Comune di Firenze.

L’ordinanza del gip ricostruisce anche un particolare episodio del 28 maggio scorso, una sorta di raid punitivo ad opera dei quattro indagati. Prima hanno minacciato e pestato con una mazza da baseball una coppia di connazionali che occupava una stanza. Poi, hanno compiuto violenze nei confronti di altri occupanti dello stabile. Tra questi, un uomo, temendo di essere ucciso da quei quattro individui incappucciati, si è lasciato cadere nel vuoto dalla finestra, rimanendo gravemente ferito sulla strada. L’episodio ebbe molta risonanza tra gli abitanti del quartiere che da mesi denunciavano le condizioni in cui versava l’ex Astor.