Nel giorno che precede la scadenza dell’ultimatum dato al Niger dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) per il ripristino dell’ordine costituzionale nel paese, previsto per domani 06 agosto, emergono nuove e importanti indiscrezioni sulla visita che il generale golpista Salifou Modi ha effettuato nel vicino Mali, dove, secondo alcuni media, avrebbe avuto delle interlocuzioni significative col gruppo Wagner, che opera in maniera strutturata nel paese. È quanto riferisce l’Associated press, citando il giornalista e ricercatore presso il Soufan Center Wassim Nasr, che ha spiegato che la visita è stata motivata da una richiesta di aiuto estesa alla Wagner da parte della giunta golpista nigerina. Un aiuto che, sempre secondo Nasr, è particolarmente necessario poiché “potrebbe assicurare il mantenimento del potere” agli autori del colpo di stato. L’incontro è stato poi confermato, oltre che da France24, anche da fonti diplomatiche maliane e francesi, secondo le quali il gruppo Wagner starebbe valutando in queste ore la richiesta.
Nei giorni scorsi, gli stati membri dell’Ecowas, riuniti ad Abuja, hanno preparato un piano per un possibile intervento militare in Niger e posto le proprie forze armate in uno stato di allerta per mantenersi pronte nell’eventualità in cui dovessero scattare le operazioni. Modi, dopo il suo rientro nel paese, ha risposto assicurando che il Niger “non sarà una nuova Libia”, dopo aver annunciato nei giorni precedenti che “qualsiasi aggressione o tentativo di aggressione contro lo Stato del Niger vedrà una risposta immediata e senza preavviso”. Una linea che ha incassato il supporto dei vicini alleati Mali e Burkina Faso, anch’essi retti da due giunte militari.
Nel frattempo, la situazione nel paese, sottoposto ogni giorno a nuove sanzioni e limitazioni, sembra farsi via via più complessa. Dopo la decisione della Nigeria di sospendere la fornitura di energia elettrica al paese confinante, da cui dipende per il 70%, ieri la Banca mondiale ha comunicato di aver bloccato una serie di aiuti programmati per il Niger. Oggi gli Stati Uniti hanno seguito lo stesso approccio sospendendo a loro volta una serie di programmi di assistenza a beneficio del governo nigerino. Secondo il segretario di Stato Antony Blinken però, gli aiuti umanitari sono garantiti assieme ad alcune forniture alimentari salvavita.