La terza squadra di Milano è pronta a debuttare in Serie A. Sì, ma in quella macedone. Domenica, infatti, il Brera Strumica affronterà il Vardar di Skopje nella prima giornata della Prva Makedonska Fudbalska Liga. In pratica una squadra che porta il nome di un quartiere di Milano se la vedrà contro uno dei club più titolati del Paese, capace di mettere in bacheca 11 campionati della Macedonia del Nord e 5 coppe nazionali. Una storia che sembra uscita da una barzelletta ma che in verità nasconde una verità serissima.
Tutto inizia nel 2000, quando Alessandro Aleotti decide di fondare un club dilettantistico. L’obiettivo è chiaro fin da subito: utilizzare il calcio come esperimento sociale, sportivo e culturale. I risultati sul campo non sono straordinari, eppure il club neroverde diventa un piccolo caso. Ventidue anni più tardi succede l’impensabile. La Brera Holdings Plc, società irlandese che mira “all’espansione dell’impatto sociale del calcio attraverso lo sviluppo di un portfolio globale di club calcistici e sportivi”, decide di acquistare il club e di regalargli una visibilità internazionale. Il primo passo è la quotazione al Nasdaq, avvenuta lo scorso gennaio, che ha trasformato il Brera nel primo club italiano nel listino di New York. Ma non basta. I progetti sono ancora più ambiziosi. L’idea è quella di creare un “club globale” e diffuso che mantenga il suo quartier generale a Milano ma che riesca a portare il nome di Brera in giro per il mondo.
La grande occasione arriva qualche mese dopo, ad aprile. La Holding si guarda intorno e acquista il 90% della Akademija Pandev, il club fondato nel 2010 da Goran Pandev a Strumica, una città da 80mila abitanti che prende il nome dall’omonimo fiume che taglia la vallata e che si trova a sud-est del Paese, a una trentina di chilometri dal confine con la Bulgaria. “Appena il Brera calcio ha contattato la mia Akademija, ho subito detto sì – ha raccontato Pandev alla Gazzetta dello Sport qualche tempo fa – Il progetto è affascinante per due motivi. Primo, perché Milano è la città che mi ha accolto da bambino, mi sembra di ridare indietro qualcosa. Secondo, perché il Brera mi aiuterà nel mio sogno, ossia vincere il campionato macedone e arrivare ai gironi di Europa League“. La realtà, però, è leggermente più complessa. Lo scorso anno l’Akademija ha giocato i preliminari di Uefa Conference League uscendo al primo turno contro i polacchi del Lechia Danzica. In campionato le cose sono andate ancora peggio. Il club ha chiuso al terzultimo posto.
Ora però, dopo il cambio di proprietà e il rebranding, le aspettative sono altissime. Goran Pandev ha conservato la presidenza del club, così come Aco Stojkov è stato confermato come direttore sportivo. Ma la linea di continuità con il passato finisce più o meno lì. In panchina, infatti, è stato chiamato Giovanni Valenti, ex mister delle giovanili di Milan, Brescia e Juventus che con l’Under 16 del Parma è riuscito ad arrivare alle semifinali nazionali. Il suo vice è Michele Cavalli, ex responsabile del settore giovanile della Juventus e vice di Roberto De Zerbi nelle avventure al Sassuolo e allo Shakhtar Donetsk. Anche il primo rinforzo della squadra parla italiano. Il 21 luglio il Brera Strumica ha ingaggiato Salvatore Ribaudo, ragazzo palermitano classe 2004 che può giocare sia come esterno che come trequartista. Lo scorso anno ha vestito prima la maglia del Parma, con cui ha segnato 4 gol e ha servito 4 assist nel Campionato Primavera 2, poi quella del Real Ávila, in Tercera División, quinto livello della piramide calcistica spagnola. Ribaudo, che ha anche un passato nell’Under 15 azzurra, ha già trovato il gol con la casacca neroverde nell’amichevole di precampionato giocata contro il Pelister. Ora però si comincia a fare sul serio. E la prima sfida di campionato contro il Vardar Skopje, la squadra che fu di Darko Pancev, attaccante detto il Cobra che nel 1994 diventò prima sogno di mercato e poi incubo a occhi aperti dei tifosi dell’Inter, dirà molto sulle reali ambizioni del Brera Strumica.
Il progetto per rendere ancora più internazionale il nome del Brera FC viaggia comunque spedito. Nei mesi scorsi la Holding ha dato vita anche al Brera Tchumene, squadra che milita nella II Divisão, la Serie B mozambicana, ha acquisito la quota di maggioranza della UYBA Volley Busto Arsizio, club allenato da Julio Velasco, e ha organizzato l’edizione 2023/2024 del Fenix Trophy, la Champions League dei Dilettanti che raccoglie 12 squadre fra cui anche l’FC United of Manchester, la società fondata nel 2005 dai tifosi dello United contrari all’acquisizione del club da parte dell’imprenditore a stelle e strisce Malcom Glazer. La scorsa edizione del trofeo si è disputata a Milano (all’Arena Civica Gianni Brera, mentre la finale si era giocata a San Siro) e ha visto trionfare i danesi del BK Skjold. Nella finale per il terzo e quarto posto, invece, il Brera ha perso proprio contro lo United of Manchester (1-0 il finale). Il passaggio al professionismo impedirà ai neroverdi di prendere parte al prossimo Fenix Trophy, ma il futuro sembra riservare grandi sorprese. “Non ci avventureremo in velleitarie ‘scalate’ della piramide calcistica italiana – ha spiegato Alessandro Aleotti, Chief Strategy Officer di Brera Holdings e fondatore del Brera Fc – Ma ci proietteremo con il nostro brand Brera Milano nelle Serie A di Paesi lontani dai percorsi calcistici mainstream”. Ora però c’è un debutto da onorare. Magari con una clamorosa vittoria.