Giorgia Meloni ha accettato di incontrare le opposizioni per parlare di salario minimo. Una apertura o presunta tale che arriva dopo la decisione della maggioranza di rimandare la discussione sulla proposta, ma di evitarne per il momento la soppressione. L’incontro, come confermato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, sarà il prossimo 11 agosto. Pd, M5s e Azione, che hanno trovato una convergenza su un testo unitario, hanno già fatto sapere di essere disponibili per il faccia a faccia, ma temono che oltre la disponibilità di facciata non si riesca ad andare. Anche per questo i leader dei partiti hanno fatto un incontro online per definire una linea comune: Elly Schlein, Giuseppe Conte, Carlo Calenda, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Riccardo Magi si sono collegati per quello che può dirsi uno dei primi tavoli di lavoro per il fronte progressista. Chi ha già detto che non ci sarà è Italia viva: i renziani sono contrari e su questo, come su molti altri aspetti, andranno separati dall’alleato Carlo Calenda.
Schlein: “Andremo, ma che non sia una sceneggiata” – Tra le prima a rispondere c’è stata la segretaria dem Elly Schlein. Che si è rivolta proprio alla presidente del Consiglio, ribandendo la propria disponibilità all’incontro. “Dopo mesi di battaglia parlamentare delle opposizioni unite, il governo prima sceglie di rimandare la discussione parlamentare per due mesi e poi ci convoca per un confronto ad aule chiuse”, ha scritto in una nota. “Parteciperemo all’incontro sul salario minimo. Ma ci aspettiamo atti conseguenti e risposte, anche sui ristori per famiglie e imprese colpite dall’alluvione e dalle frane in Emilia-Romagna e sulle mancate dimissioni di De Angelis”. E ancora: “Noi parteciperemo all’incontro di venerdì. Ci parteciperemo con spirito costruttivo, ma senza dimenticare le dichiarazioni della maggioranza di questi mesi, a partire dalla presidente del Consiglio che ha definito il salario minimo uno specchietto per le allodole e di chi l’ha bollata come una misura sovietica o una forma di assistenzialismo. Non dimentichiamo queste dichiarazioni e l’atteggiamento tenuto nelle battaglie che abbiamo fatto in Parlamento fino al voto della sospensiva da parte della maggioranza la settimana scorsa”. Fanno questo incontro “adesso, in un momento in cui il Parlamento è chiuso e hanno fatto ieri l’ultimo Cdm, ma noi siamo pronti a tornare in Parlamento anche domani per far approvare la nostra proposta. Andiamo a confrontarci sul merito. Vediamo se il governo è disponibile a votare e aumentare per decreto i salari anche di quei tre milioni e mezzo di lavoratori e non soltanto dei manager del Ponte sullo Stretto. Vediamo se il governo fa sul serio questa volta. Siamo disponibili al confronto a patto che non sia una sceneggiata agostana”, ha concluso.
M5s: “L’abbiamo scoperto dai media, non conoscono il galateo istituzionale” – Anche i 5 stelle saranno della partita, anche se hanno protestato per il fatto di aver scoperto solo dalla stampa della disponibilità di Meloni all’incontro. “Sono mesi che il governo ha avuto la più ampia possibilità di confrontarsi con le opposizioni in Parlamento sul salario minimo legale”, si legge in una nota. “Ma gli unici atti concreti sono stati la presentazione di un emendamento per cancellare la nostra proposta di legge e un voto per rinviare di mesi la discussione. Oltre alle esternazioni di Meloni per cui il salario minimo è solo uno “slogan” e del Ministro Tajani per cui questa misura ci porta in Unione Sovietica. Ora apprendiamo – ma solo dalla stampa – di un incontro con le opposizioni a Palazzo Chigi sul salario minimo, a riprova del fatto che al Governo non conoscono neanche le regole minime del galateo istituzionale”. Nonostante ciò, hanno continuato, saranno presenti all’incontro. “In ogni caso guardiamo alla sostanza e al problema di quasi 4 milioni di lavoratori sottopagati che attendono la proposta sul salario minimo legale che il M5s promuove da anni. Quindi il M5s ci sarà. Non possiamo però non constatare che questa convocazione ad agosto sia una corsa ai ripari tutta mediatica di Giorgia Meloni dopo aver preso atto che sul salario minimo legale è rimasto solo il Governo a opporsi, mentre la stragrande maggioranza dei cittadini è a favore”. In sintesi, per i 5 stelle quello del governo è “un maldestro tentativo di mettere una toppa, come sulla tassa sugli extraprofitti che il M5s propone da mesi o come sull’ignobile sms dell’Inps da cui il governo ha dovuto frettolosamente prendere le distanze dopo i danni provocati”.
Non ci saranno i renziani, mentre parteciperanno Calenda e Azione – Il fronte del cosiddetto Terzo Polo si presenta già spaccato. Italia viva ha già detto che non andrà al confronto, non avendo sottoscritto la proposta unitaria. Mentre Calenda è stato tra i primi ad accettare. “Ringraziamo il Governo per aver accolto l’appello di Azione per l’apertura di un tavolo di confronto sul salario minimo”, ha rivendicato il partito dell’ex dem. “Un secondo passo importante dopo il ritiro, da parte della maggioranza, dell’emendamento soppressivo. Diamo la nostra piena disponibilità a incontrare Giorgia Meloni e invitiamo le altre opposizioni firmatarie a fare lo stesso. La politica non è solo scontro. E noi dobbiamo fare di tutto per arrivare a risolvere il problema della povertà lavorativa. Fine. Questo è il nostro dovere di parlamentari e politici”.