Verrebbe da banalizzare pensando che la trovata del taxi gratis ad uso di forti consumatori di alcol fuori dalle discoteche è stata, evidentemente, pensata dopo una serata o un pomeriggio ad alta gradazione alcolica.

Il trust di cervelli, riunitisi nelle austere sale di palazzi ministeriali, ha dato il meglio di sé nel momento in cui ha ideato, a titolo sperimentale, un servizio taxi notturno per permettere, agli Andy Capp nostrani, di arrivare a casa senza mettere a rischio la propria e l’altrui vita ponendosi alla guida di un mezzo. Deve essere apparsa una soluzione miracolosa a chi abitualmente mille ne pensa e zero ne azzecca: presentare, rimanendo serio, una proposta del genere in un paese dove, anche da sobrio, trovare un taxi è impresa sovrumana e, ammesso che lo si trovi, se ubriaco, non ti carica.

Le possibilità che si esca da una discoteca con un tasso alcolemico inferiore allo 0,5% sono le stesse che si hanno nel giocare al superenalotto diventando milionario. Se ne deduce che decine di migliaia di ragazzi e ragazze avrebbero diritto al voucher per fare ritorno a casa in taxi rendendo del tutto inapplicabile la proposta. Inoltre mi sembra doveroso segnalarlo alle commissioni ministeriali che ci si ubriaca, nella notte, anche fuori dalle discoteche. Tendenzialmente sono propenso a credere che un numero molto più massiccio di avvinazzati si metta alla guida di notte pur non avendo messo piede in discoteca.

E qui sta il punto che ai membri della commissione che ha avuto questa pensata sfugge del tutto: la mobilità pubblica notturna nei grandi aggregati urbani. La possibilità di vivere una città la notte senza che questo presupponga, quale unica alternativa, l’uso di un mezzo privato. Prospettiva di gran lunga più interessante rispetto a queste sparate agostane di cui, finita la sperimentazione, nessuno si ricorderà più.

Immagino che Salvini, i digital creators, l’associazione dei locali notturni di intrattenimento lo sappiano: nelle grandi città (Berlino, Madrid, Londra, Edimburgo, Barcellona) il servizio di trasporti pubblico è attivo anche di notte. Rimanendo in Italia, Milano e la sua azienda di trasporti prevede un servizio notturno di accompagnamento con un rinforzo durante i fine settimana. Non sono poche le città italiane di medie dimensioni (ultima Trieste) in cui esiste un trasporto pubblico locale che funziona a chiamata. Tali politiche sono fatte, chiaramente, a beneficio di tutti e non solo di una categoria, cosa che mi pare ben più lungimirante ed equa. Semmai si rinforzi quello che già c’è invece di inventarsi soluzioni irrealizzabili.

Mi rendo conto che manca, anche in questo caso, una visione politica dei fenomeni. Forse sarebbe stata più utile una proposta capace di sperimentare la cessione di bottigliette d’acqua gratuite (non a 5 o 8 euro come capita oggi) durante le nottate in discoteca e non i voucher per taxi che non ci saranno. Al tempo stesso l’idea che una commissione sia composta da gestori e da influencer, senza che vi siano professionisti che analizzano i fenomeni nella loro multidimensionalità, mi induce a pensare che si sia lontani dal volere trovare soluzioni e ridurre i rischi di certe nottate storte. Ma questo modo di procedere, da tempo, non stupisce più nessuno.

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